Domanda:
Pensioni, età pensionabile, licenziamento facile e giovani: impossibile quadratura del cerchio?
anonymous
2011-10-28 00:18:15 UTC
Allora, il governo ha deciso di portare l'età pensionabile a 67 anni, ben più in alto di quanto richiesto dalla UE. Nel contempo ha dato il via ai licenziamenti facili: ciò vuol dire che un quarantenne o cinquantenne con famiglia a carico potrà da qui in avanti essere licenziato senza giusta causa in qualsiasi momento. Difficilmente con l'aria che tira potrà trovare lavoro da qualche altra parte, data l'età non più freschissima.Dietro di lui a casa ci saranno sicuramente dei ventenni in cerca di prima occupazione, che però ilmondo produttivo continua a rifiutare stante la mancanza di esperienza. Ci sarà sicuramente una moglie, che magari lavora o magari no. Quindi saranno già tre persone prive di sostentamento. I ventenni vengono assunti con falsi contratti a termine di co.co.pro. o co.co.co., se non addirittura in forma di apprendistato fino ai 26 anni, dopodichè vengono sbattuti fuori. Conclusione: avremo quarantenni senza lavoro e che non saranno più utilizzati dal mondo del lavoro ma non potranno mai raggiungere i requisiti minimi necessari per la pensione; avremo giovani che saranno ancora più precari di prima e che non solo non avranno un lavoro, ma per i quali raggiungere i requisiti per la pensione sarà del tutto impossibile, e nel contempo non avranno mai una loro famiglia, non avranno neppure più una famiglia d'origine o dei nonni alle spalle che possa mantenerli o sostenerli, perchè saranno a loro volta privi di lavoro o di pensione. Qualcosa non va? cosa? è una impossibile quadratura del cerchio o voi vedete soluzioni alternative?
Dodici risposte:
etcetera
2011-10-28 02:17:57 UTC
In realtà la quadratura del cerchio c' è ed è la sistematica distruzione del tessuto connettivo sociale onde rendere sempre più isolato l' individuo facendo sì che la sua dipendenza e debolezza rendi inevitabile l' accettazione della schiavitù al sogno della crescita infinita del profitto, che deve essere imposta come fede assoluta e senza alternative così che l' individuo si assoggetti al destino che per lui è stato preparato: il suo annientamento a gloria della potenza del feticcio che si nutre di anime e corpi umani.

Alla luce di questo progetto le raccomandazioni dei templi finanziari europei e mondiali (di cui i governi nazionali restano solo semplici esecutori, il braccio secolare incaricato del supplizio dell' essere umano) appare chiaro il senso dell' innalzamento dell' età pensionabile quanto quello di una maggiore flessibilità del lavoro, entrambe volte alla crescita della produttività, come se la produttività non fosse già cresciuta in modo esorbitante, come se questa produttività abnorme fosse il rimedio per la crisi, mentre invece ne è la causa fondamentale, proprio come è la causa basilare del degrado del nostro ambiente vitale e del crollo di ogni autentica felicità esistenziale.

Così lo schiavo anziano deve continuare a mantenersi competitivo a sue spese sugli obiettivi che la religione finanziaria impone fino all' ultimo respiro permettendo così di risparmiare sui costi del suo mantenimento. L' anziano è una vittima predestinata alla discarica sociale, ma bisogna fargli credere che lo fa per i suoi figli, che è colpa sua se gode di una vita più lunga e senza senso, perché l' unico senso accettabile alla sua permanenza senza senso è quello di continuare a remare come gli impongono di remare. Al giovane si chiede soprattutto flessibilità, come se già la flessibilità non fosse elevatissima, come se già questa oscena flessibilità non troncasse alla radice ogni speranza realizzativa diversa da quelli che sono gli obiettivi inflessibili del sistema. Licenziare con maggiore flessibilità significa in primo luogo rendere più potente il ricatto, sottraendo le imprese ai doveri sociali che sono connessi con il fare impresa, come al fare qualsiasi cosa. Con la flessibilità e l' allungamento della vita lavorativa si chiede in parole povere di non essere di intralcio al profitto promettendo in cambio i santini gadgets offerti in comode rate e a prezzi competitivi nel megastore appena aperto. Perché l' altro elemento imprescindibile della quadratura del cerchio è la crescita e non la riduzione del debito, se il debito scende, soprattutto quello individuale, il ricatto vacilla e l' economia non tira. Somari competitivi legati al carro stracarico di ciarpame per non scivolare a ogni passo nell' abisso del nulla: questo è il disegno che si vuole risolva la quadratura del cerchio.

L' alternativa è garantire a giovani e anziani un' esistenza degna di questo nome, rendere al pensionamento il significato di sostentamento accettabile, non di privilegio per arricchimenti di casta e soprattutto rendere al lavoro il significato di realizzazione di sé stessi nel contatto vitale con il mondo. L' alternativa è una società sobria e conviviale e proprio per questo davvero flessibile e non oscenamente distruttiva.
?
2011-10-28 09:54:04 UTC
Solo chi non ha un caxxo da fare tutto il giorno se non fare chiacchiere e vivere

lautamente alle nostre spalle si inventa questa puttanate.

Fino a ieri bastavano quaranta anni di lavoro e tutte le età erano buone per

essere pensionati.

Adesso prima di 25 anni chi trova un lavoro è un fenomeno, aggiungiamo 40.

Totale 65. Bene il soggetto deve continuare per altri due anni?.

E se uno tro a trenta anni ? aggiungiamo 40 e fanno 70. Riceverà a 67 anni

se mai la riceverà) una pensione salassata?.

E i lavori usuranti dove sono finiti? A Roma in parlamento ed a Bruxelles?.

Un'altra cosa. Chi lavora un mese sì e quattro no, cioè a tempo determinato

che razza di pensione avrà?.

Per tacere il fatto che a 65 anni o prima un qualsiasi fetente padrone con una

balla qualunque ti licenzia e uno si dimentica gli anni lavorati e la pensione.



Con il maldipancia devo approvare $B: paese di mer****da....................
fulmine
2011-10-28 12:14:25 UTC
I liberisti sostengono che licenziando con facilità e abusando dei contratti atipici, si risolve il problema delle pensioni. Ti sembra forse un ragionamento folle, se sei sedotto dal capitalismo senza regole. Ma ai liberisti di ferro di questa sezione, stufo di vedere minimizzati i diritti reali per quelli effimeri dico e domando alcune cose. Il prezzo della benzina ha un 56% di prelievo fiscale. Fin qui pure se esagerato restiamo dentro. Ma come mai il prezzo sale se sale il costo del barile e se esso scende non si corregge il prezzo al ribasso? Da sigarette e tabacchi monopolio ha stabilito il suo guadagno in 105 euro al chilo. Stanno calando i fumatori e loro, anziché calare il prezzo per recuperarli li aumenta. Equitalia creatura del Ministero delle Finanze e dell' Inps ha un margine di guadagno inferiore al 20% nei confronti degli evasori multati.In prevalenza però, si colpiscono con unn premio dell' 8, 9% gli esattori. Tali esattori recuperano crediti rovinando persone e aziende che non hanno pagato imposte o contributi perché non potevano concretamente farlo. Vi sono mostruosità in materia. Una multa non pagata di pochi euro, meno di 600 ha portato all' asta metà casa fra un interesse, una mora e altro. Può un debito così piccolo essere legittimamente gonfiato, fra l' altro dallo stato? Se Equitalia congelasse i provvedimenti e ristrutturasse il debito dei poveri, di questo si tratta, tornando alla richiesta pre equitalia e se premiassero gli esattori Esclusivamente sui beni evasie recuperati, molto furore della società civile si dissolverebbe, ma pora, che viove per distruggere ha sempre una scusa per infiltrarsi fra i pacifici e rovinare tutto. Si da la colpa ai sindacati? Come mai allorai sindacalisti di alto rango guadagnano circa, vado a memoria 2.850 euro al mese e difendono la povera gente, e Marchionne ne guadagna al mese con molto meno sforzo 1.000 volte più dei suoi operai e nessuno si scandalizza? Perché la gente preferisce fare in nero che fiscalizzare tutto? Per le troppe tasse ovviamente. Se uno su 100 lordi al netto rimane con 20, 25 al massimo, non preferirà forse avere netti 70? Infine chiedo ai liberisti: se foste dalla parte dei deboli e dei poveri, difereste questo sistema di cose?
anonymous
2011-10-28 09:59:00 UTC
L'unica soluzione sarebbero ammortizzatori sociali veri e degni di questo nome, che accompagnino il 50enne verso la pensione senza mandarlo a mangiare alla mensa della Caritas e che diano ad un 20enne la possibilità di cominciare a costruire qualcosa senza il bisogno del posto fisso.



Che poi è quello che accade nella maggioranza dei paesi europei.



Che è quello che non esiste da noi.
Paolo11
2011-10-28 14:36:37 UTC
Mi appello al V°Emendamento
hello kitty
2011-10-28 09:45:46 UTC
il ministro Sacconi, intervistato a caldo dichiara:

"questa norma dei licenziamenti favorirà le nuove assunzioni"



....a voi il giudizio.
?
2011-10-28 08:22:40 UTC
Ciò che non va è il sistema capitalista di produzione. A volte mi pare di ripetere un inutile mantra. Ma come non si possa vedere in modo chiaro questo fatto oggettivo non lo capisco proprio.

Se analizziamo il sistema dal punto di vista dell'interesse generale (e non quello particolare di chi fa profitto) le contradizioni sono enormi. Per far quadrare i conti si innalza l'età pensionistica (per due anni non ci saranno lavoratori che vanno in pensione lasciando il loro posto di lavoro ad un disoccupato) mentre il paese ha un altissimo tasso di disoccupazione sopratutto giovanile. Metti bene in evidenza quello che capiterebbe a molte famiglie italiane.





@ Sir ... Quello che appare chiaro DEFINITIVAMENTE è che il sistema capitalista (non mi interessano le disertazioni sulla forma liberista o statalista) precipita periodicamente in crisi come quella che stiamo vivendo!

Il sogno dello sviluppo infinito a beneficio dell'interesse generale si è sgretolato rovinosamente quando ancora avevate i bicchieri in mano per brindare alla caduta dei paesi europei dell'est che chiamate "comunisti", decantando la superiorità del vostro sistema economico. Eccolo qua il vostro bel sistema con tutte le sue contraddizioni!



Ed il borghese è sistemato! - lo dico in modo scherzoso! ;) - ... ora due parole ai riformisti.



Il borghese ha ragione sul fatto che dovete decidervi sul da farsi. O si difendono i diritti dei lavoratori ... ma così facendo rendete meno concorrenziali nel mercato mondiale le imprese italiane che se non vorranno fallire dovranno chiudere e delocalizzare altrove ... o vi calate le braghe e dovrete spiergare ai lavoratori della vostra area come mai quel capitalismo che ritenevate riformabile fino a farlo diventare un capitalismo "dal volto umano", per quanto riguarda i diritti dei lavoratori farà un balzo indietro di molti decenni!
alvaro4ever
2011-10-28 07:52:35 UTC
il governo finora ha scritto solo una lettera e francamente, visto la forza politica che ha in questo momento in parlamento dubito che riuscirà poi a far passare i vari decreti e disegni di legge per dar corso a queste modifiche.

ccomunque, a parte questi tecnicismi particolari....

sul discorso pensioni io credo sia giusto alzare l'età pensionabile. l'inps purtroppo èun buco pazzesco, soldi non ce ne sono più e le pensoni nel nostro paese sono sempre state gestite malissimo.

per quanto riguarda la flessibilità del lavoro anche qua da fare ce ne sarebbero di cose. ma è evidente che prima si deve partire a risolvere la questione dei giovani precari che oggi sono trattati alla stregua di servi della gleba. prima, per quanto mi riguarda si mete a posto questa cosa e poi discutiamo sulla felssibilità anche degli altri contratti, con le opportune garanzie sociali evidentemente.

io fossi un sindacato pongo esattamente questa condizione.
Alex_DelPiero_10
2011-10-29 17:12:56 UTC
Vai in Inghilterra o in Olanda ma anche in Germania dove i provvedimenti riguardanti mercato del lavoro e pensioni sono già stati presi. La legislazione italiana si adatterà alle 'best-practice' di questi paesi, come vuole il trattato di Lisbona.



Ci ho vissuto e la gente vive bene - spero solo che se uno a 50 anni perde il lavoro non si ritrovi così messo male da non saper far nulla e non avere uno spicciolo da parte - perchè se non riesce a ricollocarsi alle dipendenze di qualche altra azienda, con 25.000 euro iniziali si apre un negozio in franchising o può fare il muratore, l'idraulico o l'elettricista...



L'Italia comunque è una nazione capitalista. L'azienda è al centro della ricchezza della nostra società e il lavoratore deve sempre dare il massimo e migliorarsi (se non lo fa deve andare a casa e non proteggersi dietro i privilegi del contratto a tempo indeterminato). Per reggere alla competizione mondiale le nostre aziende hanno bisogno di gente che lavori tanto quanto i cinesi, che siano flessibili come gli americano e che siano istruiti e specializzati come i giapponesi. Così si diventa ricchi senò via dalle palle e chi non ha voglia di tirarsi su le maniche vada a Cuba - lì si può anche non lavorare e una capanna in spiaggia e un albero di banane non te lo toglie nessuno.
?
2011-10-28 09:05:35 UTC
FANTASIE di chi ha la pancia piena.
?
2011-10-28 08:25:35 UTC
problema licenziamenti: non ci vuole un genio per capire che non essendo i lavoratori potenziali assunti TUTTI santi come si vorrebbe far credere (forse basta una tessera CGIL per esser elevati al soglio di Pietro, non so), ma essendoci in giro anche tanti potenziali cagacàzzo, allora il datore ci pensa NON una, ma 100 volte prima di assumere una potenziale palla al piede di cui non potrà più disfarsene.

Detto questo c'è da chiarire DEFINITIVAMENTE una cosa: se si percepisce l'attività privata come una nemesi e si cerca di arginare in tutti i modi la libertà dell'imprenditore di condurre la sua azienda, con burocrazìa e limitazioni della sua libedrtà d'azione, allora tanto vale passare SUBITO ad una società di tipo statalista e NOn mantenere una società di mercato nella forma ma con evidenze stataliste nella sostanza. O se di contro si ritiene l'attività privata una risorsa allora SI LASCI LIBERTA' DI AGIRE ALL'IMPRENDITORE, ANCHE DI LICENZIARE ALLA BISOGNA, visto che tra l'altro non mi pare che i datori si divertano a licenziare per puro sadismo. Compito dello stato in tal caso, piuttosto che porre vincoli e lacciuoli alle imprese che vogliono lavorare, sia predisporre adeguati ammortizzatori sociali e percorsi di reinserimento per chi perde il lavoro, a condizione che poi ci sia l'impegno del neo disoccupato, perchè poi molto spesso manca anche questo.

Delle due l'una, ma facciamo chiarezza.
?
2011-10-28 07:50:33 UTC
I latini dicevano che la storia è maestra di vita. Il senso di questa frase è chiaro quanto noto a tutti: occorre imparare dai propri errori.



Se meno di due anni fa avessimo affrontato il nodo pensioni, e ribadisco "2 anni fa" e non 2 secoli fa, oggi non ci sarebbe bisogno di correre ai ripari. Avremmo l'età pensionabile a 65 anni e potremmo rispondere picche alla UE allorquando ci chiedesse qualcosa (cosa che non accadrebbe).

Non l'abbiamo fatto.



Circa 3 mesi fa ci siamo resi conto di essere al centro di una bufera che aveva come obiettivo l'euro. I Paesi con le spalle larghe hanno avuto problemi, tant'è che molti di questi (esempio la Francia) hanno rivisto il sistema previdenziale pianificando un innalzamento dell'età pensionabile e una razionalizzazione del sistema stesso.



Noi non l'abbiamo fatto.

I sindacati al solo sentire parlare di pensioni hanno messo su le barricate, e sulle barricate c'è salita l'opposizione e anche la Lega.



3 mesi fa si trattava di portare l'età pensionabile a 65 anni, e sapevamo tutti (o almeno lo sapeva chi legge qualcosa di diverso della gazzetta del bunga bunga) che era l'ultima chance.



Abbiamo preferito fare le barricate, parlare di Lavitola e Tarintini, continuare con il mantra "dimissioni, dimissioni" e contare una fraccagnata di balle alla gente al solo scopo di accendere la polemica.



Questi 3 mesi ci sono costati cari.

Ora ci tocca riformare il sistema pensionistico, farlo in fretta, e portare l'età pensionabile a 67 anni.

Ti dico subito che già il piano del governo difficilmente sarà sufficiente perché diluisce l'innalzamento in modo eccessivo, e se venisse attuato così com'è ci toccherebbe rivedere la cosa in corso d'opera, magari tra qualche anno.



Nonostante abbiamo la mèrda al collo, e il fetore comincia a farsi sentire, c'è gente come te, come i sindacati, come le opposizioni che vuole ancora fare le barricate.

Evidente che "la storia non è stata maestra di alcunché". Sempre in tema di proverbi ci sarebbe anche da dire che "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire".

Se anche questa volta non attueremo la riforma, oltre a prenderci le sberle di tutta la UE, alla prossima tornata ci toccherà innalzare l'età pensionabile a 70 anni, non più a 67.

O ce lo mettiamo in testa, una buona volta, o saranno in tanti a dover lavorare anche con la demenza senile che galoppa.



Problema licenziamento.

Una delle ragioni per le quali le aziende italiane sono così restie ad assumere gente con contratti a tempo indeterminato è, oltre al costo eccessivo del lavoro, il fatto che se ti trovi nella necessità di licenziare non lo puoi fare.

Il nostro sistema è talmente pervicace che spesso le aziende vengono portate sull'orlo del fallimento (e a volte anche oltre) pur di non fargli licenziare gli esuberi.



O ci rendiamo conto che occorre mettersi in gioco, essere competitivi (le aziende non licenziano un dipendente particolarmente capace, stanne certo) e quindi imparare a vivere nella realtà lavorativa del 21esimo secolo, oppure continuiamo a evocare la retorica dei diritti dei lavoratori e finiamo tutti a gambe all'aria.



Fino a 6-8 mesi fa forse ci si poteva ancora scherzare su queste cose e ci si poteva permettere di vendere aria fritta.

Ora o si aprono gli occhi e si guarda al casino che sta avvolgendo l'europa intera (diciamo pure il mondo intero), o davvero rischiamo di finire molto ma molto male.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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