FRANCESCO MERLO
Il mattatore da baraccone
Era meglio il Berlusconi arrapato, quello del Viagra e delle mammifere sul lettone di Putin, di questo ometto malmesso che bestemmia, impreca contro Dio e contro la solita Rosy Bindi
E SUBITO si mette a ridere da solo, non più protagonista della politica ma della clinica medica. Dal priapismo armato di sorriso è passato alla disperazione della risata smodata e gonfia di pena. E per la prima volta risulta commovente perché ha davvero bisogno di un infermiere.
È vero che era losco il Berlusconi degli eccessi sessuali e dell'animalità viziosa ma era comunque vitale, la fornicazione era la sua ultima grandezza mentre adesso c'è solo un infelice che la sera del compleanno va a prendersi in strada gli auguri dei giovani del suo partito e perde il controllo degli istinti quando, con il tono impastato del cattivo attore, racconta alla piccola folla compiacente e servile una barzelletta antisemita, mediocre e irresponsabile, il cui succo è che gli ebrei avrebbero preferito tenersi Hitler piuttosto che perdere un affare.
Anche questa volta Berlusconi si è fermato un istante, ha buttato indietro seccamente la testa, ha guardato fisso e lievemente canzonatorio la platea e ha liberato una risata smodata. È un movimento ricorrente nella sua mimica questa mossetta che, dopo un attimo di smarrimento generale, da il là alla risata cortigiana che, solo in video, si rivela per quello che è: una risata senza allegria, il sintomo di una triste dissipazione