Domanda:
perchè molti cittadini non vogliono aumenti sulle tariffe idriche ma accettano di buon grado...?
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2011-06-16 06:26:42 UTC
forti sovrapprezzi sulle bollette elettriche? Al di là dell'ideologìa per cui l'acqua sarebbe un bene vitale ecc. perchè sappiamo tutti che oggi l'elettricità è altrettanto indispensabile dell'acqua potabile (anzi, di più, perchè l'acqua per bere la puoi sempre comprare in bottiglia, andare a prendere alla sorgente ecc., gestire l'elettricità è un pochettino più complicato).
Fatta questa chiosa mi spiego: come sappiamo ci sono forti sovrapprezzi sulla bolletta per sussidiare i pannelli solari ed i cittadini li accettano di buon grado per via della presunta ecologicità. Ma autorevoli esperti, ci dicono che in realtà il beneficio ambientale dei pannelli solari è ancora da vedere, in quanto se si fa il bilancio energetico tra l'energìa richiesta per la raffinazione del silicio, costruzione, trasporto, montaggio, smontaggio a fine carriera, smaltimento ecc. è dubbio che nella loro vita siano in grado di produrre altrettanta energìa. Però CHI li utilizza, cioè in massima parte grandi imprese e chi li installa hnno sicuramente il loro tornaconto, finanziato appunto dalle nostre bollette. Il famoso "profitto" che invece, sulle bollette idriche, si voleva scongiurare che fosse a carico dell'utente, peraltro in nome di un beneficio ambientale più che dubbio. Beneficio ambientale, che invece dal ricarico sulle bollette idriche, propedeutico ad investimenti in deepuratori e nuovi acquedotti sarebbe INVECE EVIDENTE. Come mai certi cittadini sono ben lieti di finanziare un profitto" di utlilità dubbia invece vedono come la peste un altro "profitto" che almeno potenzialmente per l'ambiente sarebbe fondamentale?
Otto risposte:
stragatto
2011-06-16 07:12:02 UTC
perché il 99,9 % delle persone non ha nemmeno la più pallida idea dei costi energetici della produzione del silicio, e grazie agli incentivi pagati dalla collettività non ha neppure idea dei veri costi commerciali. Quindi è facile - e "rende" politicamente - gabellare il fotovoltaico come "ecologico". Quando invece si tratta di pagare con 20 anni di anticipo l'energia che verrà prodotta dai pannelli nei 20 anni successivi all'acquisto. Una bella presa in giro. Ma di ridurre i consumi attraverso la loro razionalizzazione non se ne parla: risparmio significherebbe contrazione delle vendite, e questo a chi vende energia fa più paura del nucleare.
gio action
2011-06-16 14:56:50 UTC
Tutte le tecnologie hanno costi economici e di impatto ambientale, sia in fase di relaizzazione che di smaltimento. E' anche vero che le tecnologie si evolvono molto rapidamente, consentendo di aumentare il rendimento abbassando l'impatto economico - ambientale.



consideriamo, per esempio, che 15 anni fa un computer impegnava un monitor a tubo, un case grande e una componentistica altrettanto ingombrante; e ciò, a costi alti e a bassissimo rendimento con alti costi di smaltimento (parliamo di processore con 14000 transistor e hd da 20 mega). Oggi le macchine sono molto più compatte e potenti (parliamo di un miliardo di transistor e 1 tera di hd).



E allora, si doveva decidere se spendere 20 - 25 mld per 5 centrali Areva da 1600 Megawatt, con tempi di costruzione di circa 10 anni (a dir poco) e tempi di smaltimento di 15, 20 anni, a costi incalcolabili (Caorso è chiusa dal 1987 ed è ancora in smantellamento).



C'è poi il problema dell'approvvigionamento dell'uranio e dello smaltimento delle scorie radioattive.

Si legge (vedi link) che per una centrale da 1000 MW servono: da 150 a 200 t l’anno di uranio naturale, 30 t l’anno di Uranio arricchito, che comportano l’estrazione di 6.000.000 t di rocce uranifere, 1.000.000 t di acqua, 16.500 t di acido solforico, 270 t di fluoro gassoso ed enormi quantità di energia: un costo esorbitante.



L’Uranio, inoltre, non è una fonte rinnovabile e nel mondo ce ne è assai poco. Nel 1991 è stato raggiunto il “picco”, cioè dal 1991 in avanti se ne sta consumando più di quanto ce n’è rimasto in natura; sicchè l’uranio negli ultimi anni ha decuplicato il suo valore passando da 7 dollari la libbra nel 2001 a più di 75 dollari attuali.



Scorie: il sito dell'ENEA (non gli ambientalisti) ci dice che ogni anno vengono prodotti circa 40.000 m3 di rifiuti radioattivi (90 cm3 per persona) nell’Unione Europea a 25, dove l’energia nucleare contribuisce per più del 30% del fabbisogno complessivo di energia elettrica. La maggior parte di questi (circa 36.000 m3 per anno) sono rifiuti a bassa e media attività, la cui radioattività decade a valori trascurabili nel giro di qualche secolo. La quantità rimanente (circa 4.000 m3 per anno) è rappresentata da rifiuti ad alta attività e lunga vita, la cui radioattività impiega da migliaia a centinaia di migliaia di anni per decadere a valori trascurabili.



Morale della favola: si scommette per il futuro su fonti nuove, che la ricerca ottimizzerà nel tempo, in termini di rendimento e impatto ambientale. Mentre nulla vieta che continui la ricerca anche sul nucleare e, in particolare, sulla fusione, che risolve il problema della materia prima, delle scorie e della pericolosità
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2011-06-16 13:42:30 UTC
L'hai detto tu, gia' rubano su gas e corrente, ci tieni proprio che si rubi anche sull'acqua¿ Altra cosa, il privato investe solo se fiuta un ritorno, mentre l'azienda pubblica investe anche se ha i conti in rosso, quindi non e' vero che si investirebbe di piu', perche' mettere a posto la nostra rete idrica pietosa costerebbe miliardi, ci spellerebbero vivi per rientrare di una spesa del genere.

Se vuoi l'acqua privata subappalta il tuo contatore.
2011-06-16 16:56:51 UTC
Secondo me il problema è mal posto.



Il problema non sta nelle tariffe o nel fotovoltaico in sè. Sono tutti e due effetti di un problema che sta a monte e non a valle



Dal pdv energetico la UP (Unione dei Petrolieri.... è un'associazione che ha molti interessi e quindi è da prendere con le molle) dice che l’Italia pagherà quest’anno per far fronte al fabbisogno di luce e gas sarà di 63 miliardi di euro.



Se si stessero facendo le cose giuste (ovvero capire quale mix energetico vogliamo avere....quanto eolico? quanto fotovoltaico? etc...etc....insomma un piano energetico) vedremo cmq un calo della richiesta di energia ma non un aumento



Se produciamo random e mettiamo degli incentivi grandissimi ma a casaccio, rischiamo solo di nn avere nessun vantaggio



E questo cmq aumento lo vediamo pagato nella bolletta.



Per quanto riguarda le aziende dell'acqua, non si può liberalizzare a più soggetti. Anche perchè vorrebbe dire creare più reti idriche e tutte in concorrenza con gli altri. (più o meno lo stesso discorso di Telecom. Telecom è proprietaria della rete telefonica. In USA lo stato è proprietario della rete telefonica e la dà in concessione ai privati)



Oggettivamente chi consuma più acqua sono gli industriali e le aziende agricole. Qui dovrebbe esserci una cooperazione più per esempio tra la facoltà di ingegneria e di agraria e le industrie in modo da ottimizzare i consumi (ma come fai ad ottimizzare se fai tagli all'università? booh!!)



Per le fasce tariffarie ci stanno e si può giocare quanto si vuole con le tariffe. Ma il problema è l'investimento. La rete idrica italiana è messa male e ha bisogno di investimenti. Quindi dovrà esserci un aumento della spesa.



Che cosa succederebbe se il secondo referendum venisse approvato?

Se dovesse passare il secondo referendum, il costo dell’indebitamento non potrebbe essere compreso in bolletta (è appunto questo l’obiettivo dei referendari). Rimangono quindi solo tre possibilità per un’azienda pubblica affidataria del servizio idrico integrato: o aumentare esponenzialmente l’indebitamento, o non fare gli investimenti. Oppure, costringere gli enti locali proprietari a ridurre altre componenti del loro bilancio (o ad alzare le poche leve di tassazione rimaste in capo agli enti) per poter ripianare le perdite delle aziende idriche.



Può fare un esempio?

Poniamo il caso di un piccolo consorzio di enti locali della Brianza, che gestisce il servizio idrico integrato per quei Comuni. Diciamo che ogni anno deve fare 20 milioni di investimenti (tra manutenzione e nuovi impianti), per i quali accende mutui a tasso fisso del 5 per cento. Significa che un milione di euro l’anno (la quota di interessi passivi) non potrà essere coperta dalla tariffa in bolletta. Dopo 10 anni, questo consorzio avrà cumulato una perdita in conto economico di 10 milioni di euro. Se la perdita eccede un terzo del capitale sociale, gli enti proprietari sono costretti a ricapitalizzare (questo ovviamente assumendo che sia consentito al consorzio chiudere in perdita per 10 anni consecutivi). Per ricapitalizzare il consorzio, gli enti locali devono aumentare le uscite al titolo secondo delle spese (“Spese in conto capitale”) le quali sono coperte (oltre che da contributi in conto capitale e alienazioni patrimoniali) da ricorso a indebitamento pubblico. L’approvazione del secondo quesito farebbe danni maggiori alle aziende pubbliche (un paradosso al quale è giusto “inchiodare” i referendari). Per le private (o miste) la situazione ovviamente sarebbe ancora peggiore.



Tu parli di Authorities. Ma non è che funzionano bene in Italia



Troppi punti in cui l'Italia è debole (debito pubblico, giustizia inefficiente, authorities inadeguate, etc)...quindi il discorso tuo va a farsi friggere!!l



Gli italiani vogliono risparmiare....E vedono l'incentivazione indiscriminata un bene e la regolamentazione per l'acqua pubblica scritta con i piedi buona



Forse in Italia manca l'informazione su questi temi. Si è focalizzato tutto troppo sul discorso acqua pubblica e troppo sulle energie rinnovabili....Ma non si sono capiti gli svantaggi e i vantaggi dell'uno e dell'altro



Ciao!!
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2011-06-16 14:08:24 UTC
Io sono piu predisposta a pagare qualcosa in piu per i piu deboli piuttosto che per chi ne ha già tanto. Se qualcuno ha la piscina vuol dire che ha tanti soldi e quindi è giusto che paghi tutta quel 'acqua che consuma ma se una persona è povera e non riesce a pagare l' acqua non è giusto che le venga tolta solo perché le aziende devono fare profitto. Noi paghiamo tanto il petrolio ma nessuno si lamenta, insomma se c'è qualcosa per la quale ci si deve lamentare è per i controlli se abbiamo le cose che non funzionano è perché si manda sempre la volpe a controllare il pollaio, è questo ciò che non va.
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2011-06-16 13:31:52 UTC
fra 5 anni l' energia elettrica in italia costerà il triplo------aziende straniere non vengono in italia.....e le nostre se ne andranno------
2011-06-16 13:29:33 UTC
Già paghiamo le escort e gli avvocati di silvio, manteniamo la famiglia bossi, manteniamo le lobby dell'energia....



permetti che si mangi anche noi un po??? possiamo???



-----



se x far muovere un elettrone basta un ragio del sole perche' no??? tu lo sai come si genera corrente elettrica no???
2011-06-16 13:53:35 UTC
Ummmh.... vorrei provare a quantificarli questi forti sovrapprezzi.



Usiamo i dati dell'autority per l'energia, che mi sembra possiamo considerare "neutrale".:



Il contributo su una famiglia-tipo (cioè con un consumo di 2700 KW/h anno) è lo 8,4% della voce "produzione energia domestica".

La voce in questione cuba 8,983 centesimi di euro per kw/h, quindi lo 8,4% è 0,75 centesimi di euro per kw/h.

Moltiplicato per 2700,dà 20,4 euro all'anno (ovvero 1,7 euro al mese) destinati a incentivare il fotovoltaico (e, forse, anche altre fonti di energia rinnovabile).

Da notare anche che questa quota è in calo man mano che si realizzano economie di scala sui pannelli e che la produzione da solare diventa più economica.



Per quel che riguarda il bilancio energetico dei pannelli, ci sono molte voci che dicono che non è poi così vero che sarebbe negativo, se non altro perchè l'estrazione e la lavorazione del silicio, rispetto ad altri materiali (uranio in primis, ma anche molti combustibili fossili, se vogliamo) non è poi così complessa o onerosa.

Chi li utilizza ha senz'altro un tornaconto. Anche tu, se per ipotesi te ne insallassi qualcuno sul tetto, lo avresti: l'energia generata da loro e da te consumata non la pagheresti. O, in alternativa, la potresti immettere in rete con il "conto energia" e ti verrebbe pagata.

Più l'ulteriore beneficio, difficilmente monetizzabile, che sarebbe energia "pulita".

Il "profitto" delle bollette idriche ha una genesi del tutto differente e, per come era stata formulata la legge Ronchi, si traduceva, di fatto, in una rendita di posizione, che eliminava totalmente il rischio di impresa del privato, assicurandogli conti economici sempre rigorosamente in attivo (a fronte di una riduzione dei consumi idrici, possibile conseguenza del primo rincaro della bolletta, la società gestrice avrebbe potuto aumentare senza vincolo le tariffe per assicurarsi il famoso margine del 7%. E siccome l'acqua non è un bene il cui consumo possa essere ridotto al di sotto di una certa soglia...)



@Gatto: in risposta alla tua risposta a Maya: mi spieghi ESATTAMENTE cosa impedirebbe a un gestore pubblico di stabilire delle fascie tariffarie che tengano conto del tipo di utenza e dei consumi, per disencitave sprechi? Perchè così come la metti giù sembra che non lo faranno per intercessione divina. Poi sempre questa storia dell'autority paladina del bene che deve arrivare a controllare... forse è ora di farla finita con l'idea che il buon imprenditore arrivi a risolvere tutti i problemi e non farà niente no-no-no di male perchè c'è la brava autority che vigila. La storia economica è pienza - anzi zeppa - di casi di fallimenti di mercato, di auotrity catturate, di concorrenza saltata. Il mercato E' imperfetto. Vogliamo qualcosa che funzioni? Smettiamola di comportarci come bambini e iniziamo a fare gli adulti e ESIGERE efficienza.

Intanto il pubblico, se protestassimo uniti e coerentemente contro gli sprechi sarebbe costretto a darci retta e non potrebbe semplicemente "chiudere i rubinetti". (e non mi venire a dire che col privato hai la class action a tua disposizione, perchè il presente governo ha talmente depotenziato la fattispecie giuridica da renderla una strada come minimo poco praticabile).



@Gatto: "siccome hanno vinto i SI non c'è bisogno di fasce tariffarie in quanto sarà (almeno nell'intenzione dei referendari) un'unica fascia tariffaria a prezzo politico per tutti" guarda, se vuoi fare della demagogia "inversa", accomodati. I referendari non hanno chiesto nulla del genere. Ma del resto non sai la differenza tra "ripagare i costi degli investimenti" e "remunerare il capitale investito" (e non è colpa tua, ma di chi ha parlato tanto di questi temi omettendo un minimo di spiegazioni per i non tecnici). Un soggetto pubblico non ha nessun bisognio di remunerare l'investimento. Gli basta ripagarlo, anche al semplice tasso di inflazione (assunto come risk free). Solo un privato deve adottare un modello tipo CAPM.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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