Domanda:
Democrazia = dittatura della maggioranza ?
2011-02-15 05:00:49 UTC
Premetto che questa non è assolutamente una domanda x scatenare le classiche polemiche che sono in atto ora in italia.

La domanda è rivolta a capire cosa ne pensate voi che leggete, tenendo anche conto del fatto i voti possono spostarsi e determinare nuove maggioranze. Si tratta quindi di una domanda politica, ma assolutamente apartitica.

La specifico meglio:

quando, in qualsiasi paese al mondo, viene a determinarsi una maggioranza, è possibile che alcune minoranze vengano fortemente penalizzate (di solito in termini monetari, ma qualche volta anche in termini di diritti); il voto dei + è quindi assolutamente in grado, con principi demecratici, di penalizzare parte di un paese.

Molti movimenti secessionisti:

scozia
catalogna
paesi baschi
padania
e molti altri

nascono secondo alcuni proprio dal fatto che tali popolazioni si sentano penalizzate dal voto,
e sentano la democrazia come un'imposizione da parte del resto del paese.


Che ne pensate ?
Dieci risposte:
Pᶉℴƥᶉiℴ nℴn ci ƨiɐɯℴ!
2011-02-15 05:10:12 UTC
La democrazia non esiste e non esisterà mai..la condizione sociale odierna (che è comune in tutto il mondo e dunque non è presente solo in Italia, come sostengono gli ignoranti) è rispecchiata in modo assolutamente PERFETTO dal libro "Animal Farm" di George Orwell: la dittatura è rappresentata dai padroni della fattoria..un giorno gli animali si ribellarono ai padroni e riuscirono a farli scappare e a prendere dunque possesso della fattoria: la dittatura viene rovesciata. Cominciarono così a riunirsi per organizzarsi e decisero che alcuni di loro dovevano essere eletti per rappresentare il volere comune: si instaura la democrazia. Il loro sogno utopico viene però ben presto tradito dall'emergere di un'altra classe di sfruttatori: i maiali. Gli avidi suini, che erano stati gli ispiratori della "rivoluzione", prenderanno il controllo della fattoria e progressivamente diventeranno simili in tutto e per tutto all'uomo, finché persino il loro aspetto diventerà antropomorfo.

Orwell in realtà qui rappresenta il totalitarismo staliniano ( i padroni della fattoria), la rivoluzione russa (la ribellione degli animali), lo sfruttamento e la falsità dei comunisti-padroni che però si spacciano da "liberatori" ( i maiali), ma diciamo che in un certo senso può rappresentare la democrazia come sogno utopico in cui il popolo crede di comandare, ma invece è suddito dei padroni.
2011-02-15 05:46:47 UTC
La Democrazia intesa in senso puro, non esiste. Non viene rappresentata veramente la maggioranza, ma gli interessi oligarchici. Sì, siamo liberi di assistere a campagne elettorali, siamo liberi di votare, candidarci e così via, ma è una pura formalità, il potere legislativo non è nelle mani del popolo, esso si limita a delegare i poteri a ad una ristretta cerchia di persone.



Se però questo sistema funzionasse davvero, in effetti la minoranza sarebbe svantaggiata. Ad esempio (tema che mi è molto caro, anche al rischio di sembrare ripetitivo) in Venezuela Hugo Chavez rappresenta la maggioranza della popolazione, cioè il pueblos, contadini, operai, artigiani, impiegati e così via, e di certo è odiato a morte da capitalisti, banchieri furbetti, latifondisti, essi sono una minoranza che in tutti gli altri paesi democratici dettano le regole su altri milioni di persone, per profitto personale, ma in paesi democratici come il Venezuela, questi furbetti hanno vita dura, e vengono penalizzati per favorire la stragrande maggioranza della popolazione. Essi organizzarono un colpo di stato, e Chavez venne salvato e rimesso al proprio posto grazie all'imponente mobilitazione civile. Questa signori miei è stata una bellissima dimostrazione di democrazia, anche se la democrazia elettiva (anche se in Venezuela ci si rivolge al parere popolare molto, molto più che da noi finti democratici) avrà sempre i suoi limiti naturali.



Il beneficio di pochi, o quello di molti, non potrà mai essere di tutti. Ma nel secondo caso, quei pochi dovranno semplicemente rinunciare ad una parte dei profitti, di certo non si trasferiranno in favelas a mangiare fagioli e molliche di pane, alla fine del mese c'arriverebbero di sicuro. Ma purtroppo spesso sono le minoranze a dettare le regole. Pochi ma potenti ed uniti.



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Poi potrebbe anche succedere che la maggioranza di un paese sia talmente cieca, disorganizzata e apatica da dare il proprio consenso a provvedimenti folli, populisti ma in realtà pericolosi e così via, e che la minoranza in effetti sia quella con un po' di sale in zucca, ma che non potrebbe far nulla in istituzioni democratiche come il parlamento, dove potrebbe arrivare con 20 parlamentari contro altri 900,,, e in questo caso regnerebbe la maggioranza, una maggioranza tonta, cieca e instupidita.

E funziona così in molti posti.
Painkiller
2011-02-15 05:26:34 UTC
Questa tua riflessione se l'è posta anche un liberale ottocentesco, Alex de Tocqueville (1805-59). Lui prevedeva il pericolo nelle società democratiche della "tirannia della maggioranza", che nasce secondo il principio di maggioranza, da semplice strumento costituzionale utile a deliberare, si trasforma in una sorta di dogma, di convenzione collettiva profonda: allora la maggioranza "ha sempre ragione" e in suo nome può essere giustificato qualsiasi comportamento e provvedimento, anche lesivo della libertà. Allora anche la libertà di pensiero viene meno, giacchè tutte le opinioni vengono a uniformarsi a quella dominante. Gli unici antidoti contro pericolo sono dei sistemi istituzionali che limitino e bilancino il potere legislativo, una strenua difesa del pluralismo delle opinioni, lo sviluppo di associazioni e forme autonome di aggregazione fra le persone all'interno di una società civile, che siano in grado di far sentire la loro voce a tutela delle minoranze.

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Questo tema è attualissimo, basti vedere oggi come il premier voglia fare quello che vuole, giustificando ciò perchè è stato eletto dalla maggioranza degli italiani. In pratica vorrebbe instaurare la "dittatura della maggioranza" prevista da Tocqueville 200 anni fa, ma per fortuna il sistema paese (presidente della repubblica, corte costituzionale, ecc..) funziona ancora bene grazie ai padri costituenti.
Chris
2011-02-15 05:03:56 UTC
Quando la democrazia funziona a dovere tutte le parti sono rappresentate ed hanno diritto di dire la loro. In una democrazia seria chiaramente governa la maggioranza ma l'opposizione comunque può dire la sua e comunque tutti i partiti hanno diritto di partecipare alla vita politica e di rappresentare i propri elettori.

In Italia non é assolutamente così però.
Colui del Quale - Conscientia coram Deo explorata
2011-02-15 07:27:58 UTC
Amico, mi piace la tua domanda.

Il fatto è che, in primo luogo, la nostra Costituzione garantisce il più possibile, nei limiti dell'umano, il diritto di esistere di tutte le minoranze, e cerca di tutelarle.

Ma, ti dico, sì: la differenza fondamentale tra un sistema oligarchico e un sistema democratico è il numero di persone che detengono l'effettivo potere: nella Democrazia Rappresentativa attuale ci sono meno persone che detengono il potere rispetto a quelle che c'erano in sistemi oligarchici come il Fascismo, perchè in effetti farsi eleggere dal popolo è oggi, grazie a brogli e lobby varie, pura formalità, e gli eletti sono sempre gli stessi criminali.

Da ciò deduciamo facilmente che la dittatura della maggioranza, ormai, è illusoria: più che altro, la maggioranza viene usata da una strettissima minoranza per ottenere dei voti.
Verde Rame
2011-02-15 06:14:26 UTC
Nella DEMOCRAZIA c'è SEMPRE una parte che vince ed una che perde.



Nella Democrazia l'elemento ETNICO non ha ragione di esistere, dal momento che, all'interno di un gruppo, diverso dalla maggioranza etnica, ci sono persone di destra, sinistra centro [per usare categorie usuali], così come ce ne sono nella 'maggioranza etnica'.



Se si assume a parametro l'ETNIA, non si parla più di democrazia, bensì di NAZIONALISMO.



Quanto ai cittadini italiani, a parte piccoli gruppi linguistici, il problema della 'multietnia' non si pone, salvo le millantate diversità di qualche anacronista cronico.
?
2011-02-15 05:26:42 UTC
I movimenti secessionisti non rivendicano una separazione per una questione di democrazia, ma per difendere interessi più o meno legittimi.

Per rispondere alla domanda; una vera "Democrazia" significa democrazia dei cittadini, aperta e pluralista.

Mentre oggi siamo governati da una democrazia partitica "aristocratica", che vuol dire un sistema di governo (non solo questo, ma soprattutto questo) estraneo agli ideali dei partiti, ma impostato in maniera notarile, manageriale, tecnocrate e corporativo che inevitabilmente risente dell' influenza dei gruppi o degli individui dotati di grandi mezzi finanziari ed in grado di controllare l' informazione, le grande opere pubbliche e servizi alla società (basterebbe pensare alla montagna di denaro che gira attorno alla sanità).
2011-02-15 05:03:27 UTC
penso che una "dittatura della maggioranza" sarebbe già un notevole passo avanti rispetto alle dittature di lobby e partiti...
2011-02-15 05:08:39 UTC
e la padania,la zona più ricca del paese si sente penalizzata(è vero!)?QUESTO E' IL PARADOSSO!Logicamente per raccattare voti la lega deve pur mettergli in testa delle convinzioni sbagliate.....
2011-02-15 05:03:59 UTC
Se C'e Silvio al comando va bene tutto!!


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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