Non c'è un paese in Italia che non abbia una parrocchia.
La Chiesa,per secoli,ha avuto il monopolio della cultura e dunque della conoscenza,quindi del Potere nella sua forma più pura.
Capisci bene che in questo paese la Chiesa è tutt'ora un potere enorme,capace di condizionare pesantemente la politica italiana.
E sai,finchè si critica Berlusconi sul Manifesto o su Repubblica,che non li legge nessuno se non poche centinaia di migliaia di elettori iperfidelizzati e coscienti, si può tollerare.
Vista la scarsa diffusione dei quotidiani (In Italia si legge poco e male: la Gazzetta dello Sport è il quotidiano più diffuso!) rimangono in pochi a documentarsi.
Ma quando l'informazione passa attraverso settimanali cattolici,quotidiani e rotocalchi rosa allora la musica cambia.
Basti pensare a "Chi",il rotocalco di Berlusconi, che fa capo a quel servo sciocco di Signorini:Berlusconi in questi 16 anni è a "Chi" che ha affidato la sua immagine di rassicurante e premuroso padre di famiglia,rampante imprenditore di successo, ma allo stesso tempo nonno generoso,gioco e affidabile con i suoi nipotini,mai una parola fuori posto,mai una perdita di stile, dalla voce calma e suadente.
Insomma, il "bravo ragazzo" che piacerebbe a tutte le nonnine d'Italia.
E' attraverso "Chi" che passa la propaganda berlusconiana più subdola e sottile,perchè è quella che non ti aspetti,senza considerare che va a colpire una fascia di pubblico "debole" sprovvisto degli strumenti intellettuali per difendersi da questo marketing aggressivo : donne,solitamente sulla sessantina,a medio-bassa scolarizzazione,casalinghe con matrimoni falliti alle spalle in attesa dal parrucchiere..
I veicoli principali della propaganda berlusconiana,non sono Emilio Fede o Il Giornale o altre mitologie di questo genere,ma "Chi", "Uomini&Donne", Striscia La Notizia, Studio Aperto...
Perchè Feltri s'è distirubato a fare una campagna stampa contro Boffo e non,poniamo,contro Scalfari?
Perchè Avvenire non è un quotidiano qualsiasi,ma il giornale della CEI.
Un giornale che entra in tutte le parrocchie, in tutte le sedi vescovili formando la loro opinione,orientamdo i giudizi dei vescovi, che sono il megafoni della Chiesa sul territorio.
E' con loro che più di tutti il manganello mediatico viene agitato.
Non devono pisciare fuori dal vaso.