A me Grillo ha sempre fatto ridere come comico, l'ho sempre trovato geniale anche per la capacità di far ridere sulle disgrazie. E penso anche che alcuni suoi programmi tv, come il mitico "Te la do io l'America", sia stato un peccato perderli e che avrebbero potuto dare molto alla tv in genere, troppo appiattita sui format esteri (che a volte fanno a pugni con la nostra cultura).
Non ho mai considerato Grillo un politico, e non penso che lo sia anche se ama giocare ad esserlo. In tal senso non ho mai preso sul serio le sue sparate e le ho sempre considerate o mera comicità o un modo subdolo e poco simpatico per fare cassa sfruttando la boccalonaggine della gente (vedi la washball o come diavolo si chiama, vedi il rapporto poco chiaro con il Meetup, vedi il rapporto assai oscuro con il suo editore che ha le mani in pasta in un po troppe cosacce).
Ma questo non significa che tutto quello che dica siano cazzàte. E infatti alcune cose buone nel programma del suo movimento ci sono, a dimostrazione che certe volte a forza di voler giocare a fare politica si hanno anche idee niente male.
Non mi sembra, in questa ottica, che se Grillo da addosso a Padellaro o a Travaglio stesso, si debba saltare sulle sedie e strepitare alla lesa maestà. Il passato di Padellaro lo conosciamo tutti, e anche da che parte si è sempre schierato è evidente ai più. Del resto non puoi scrivere su certi giornali se non sei schierato. Sarebbe come se su Il Giornale facessero scrivere un communistaccio di quelli d'annata: semplicemente impossibile.
Grillo esprime un pensiero che, ti dirò, può sicuramente non essere condiviso, ma per dire che dica della cavolate stavolta ci vuole proprio una bella faccia tosta. Magari una faccia tosta proprio come quella di Grillo stesso.
Travaglio ha il solito atteggiamento dogmatico. Non è un mistero che a me non sia piaciuto e non è un mistero che sia io che molta altra gente che conta più di me (e che non sta tutta dalla parte che immagini) lo considera solo un aborto di giornalista. Opinioni. Ma ci sono. Diciamole.
Credo che se una persona crede in un movimento e nella rivoluzione che sta portando avanti, non smette di crederci e di sostenerlo solo perché tocca gli amici.
Questa è la più classica delle logiche italiche: tutti parlano della casta e sono contro alle caste, tutte, tranne la loro. E quindi per combattere le caste si creano delle castine, delle congreghe di amici intoccabili e che hanno sempre ragione. Un paradosso per molti. Un vero abominio per altri, perché non creando delle caste che si combattono le caste, ma debellandole tutte, per prima quelle cui volenti o nolenti si appartiene.
Ancora una volta temo che certo giornalismo dimostri bene da che parte sta e come intenda difendere la libertà di cui tanto si riempie la bocca. Sarebbe bene stendere un velo di pietoso rispetto.
****aggiunta****
Posso considerare Travaglio un aborto di giornalista? Spero di si. Siamo in un paese libero, quindi ritengo sia libero anche per me. Sei a conoscenza del fatto che questo giudizio non è mio ma di molto altri personaggi e giornalisti stessi anche Esteri? Spero tu ne sia al corrente. Certo se leggi solo Il Fatto Quotidiano non leggerai mai di come viene beffeggiato.
Se "tu fossi Travaglio" ... Ti piacerebbe, lo so, ma tu sei solo uno che fa il suo pappagallo e lo difenderebbe a spada tratta anche se facesse fuori qualcuno. Ma rifletti su questo: Travaglio è così amante della libertà e della democrazia, che è disposto a sposare la causa altrui fino a quando l'altro non contesta uno dei suoi amici.
Nell'istante in cui teorizzi che ci sono delle persone intoccabili, incintestabili e la cui offesa rivolta radicalmente il tuo giudizio su una persona e le sue battaglie, stai creando una casta.
Semplice e lineare.