Domanda:
Come mai gli italiani amano dire tante bugie sull'Islanda?
anonymous
2014-01-13 09:12:15 UTC
1) Cosa (non) c'è di vero?

- L'Islanda NON ha lasciato il FMI: se non ci credete guardate qui e qui;

- L'Islanda NON ha espulso i rappresentanti del FMI: esaurito quest'anno il proprio compito di monitoraggio, della consueta durata di tre anni, sono tornati a casa;

- L'Islanda NON ha rifiutato l'aituo del FMI: anzi, ha ricevuto un prestito da 1,63 miliardi di euro. Che sta rimborsando con gli interessi;

- L'Islanda PAGHERA' il suo debito: anzi, i due debiti. Il primo è quello con il FMI di cui sopra; l'altro è quello delle tre banche del Paese, nazionalizzate dopo il crac del 2008. Tale debito sarà rimborsato in virtù di accordi tra il governo di Rejkjavik e quelli di Londra ed Amsterdam, in quanto i principali creditori sono enti finanziari inglesi e olandesi.

La leggenda del presunto rifiuto è frutto di un equivoco. È vero che due referendum popolari hanno sonoramente bocciato i piani di rimborso proposti dal governo, ma da qui a dire che l'Islanda non pagherà ce ne corre. I beni all'estero di proprietà dello Stato islandese sono stati congelati; oggi si pensa di metterli all'asta allo scopo di soddisfare i creditori.

- In Islanda il popolo STA PAGANDO la crisi. È vero che i dirigenti delle banche coinvolte nella crisi del 2008 sono stati processati e condannati a pagare laute somme per contribuire a risanarle, ma è anche vero che negli ultimi tre anni il governo ha varato delle manovre draconiane (aumento delle tasse e dell'Iva, riduzione dei trasferimenti statali, ecc.) che stanno gravando su tutte le fasce della popolazione. Lo Stato sociale non è stato smantellato, come in Grecia, ma ridimensionato sì. Quando un Paese è in crisi, a pagare sono tutti, non solo i “cattivi

http://www.agoravox.it/Un-po-di-chiarezza-sulla-leggenda.html
Cinque risposte:
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2014-01-13 09:40:54 UTC
Sull'Islanda si fa una confusione voluta affermando che gli islandesi avrebbero ripudiato il loro debito pubblico e noi dovremmo prendere esempio da loro. Nulla di più falso, infatti quello che è accaduto in Islanda fu che avevano 3 o 4 banche cresciute in modo abnorme rispetto alle dimensioni dell'economìa dell'isola, avendo accumulato attivi mostruosi, un po analogamente a quello che è successo a cipro. Essendo scoppiata la crisi si sono trovate insolventi le banche, ma queste erano entità private, e semplicemente lo Stato islandese si è rifiutato di garantire gli attivi di queste banche, a differenza di quanto hanno fatto per esempio in Irlanda dove uno bilancio statale fondalmentalmente sano è stato devastato da salvataggi bancari. Ma essendo le banche private non è che nessuno era obbligato ad intervenire, alla fine chi ha investito in queste realtà lo ha fatto a proprio rischio, solo che molti non ci stanno a sentire ste parole "perdere" abituati come sono a vincere facile tanto le perdite le scaricano sempre sui più fessi, protetti dai rispettivi governi.
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2014-01-13 15:13:13 UTC
Come era da immaginarsi.
anonymous
2014-01-13 09:22:41 UTC
Comunque l’Islanda ha utilizzato il "potere dei debitori". Keynes scrisse nel 1919 la famosa opera critica nei confronti delle riparazioni imposte alla Germania, in una situazione quindi di grande deficit da parte degli Stati: chi ha il potere non sono i creditori, ma sono i debitori e quindi il debitore dovrebbe usarlo questo potere. A tal proposito il Dubai (Emirati Arabi Uniti) nel 2009 si è trovato in una situazione di insolvibilità ed ha chiesto aiuto ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti). Quest’ultimo che aveva disapprovato la politica perseguita dal Dubai, ciò nonostante ha garantito quel debito, si è andati alla rinegoziazione del debito ed alla fine il Dubai ha pagato una percentuale sostenibile (tra il 50 e il 60% del debito) e non è successo assolutamente nulla, nessun default ed anzi l’economia poi ha ripreso a crescere, nonostante la contrazione del 2008. Allora i paesi deficitari (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna -PIGS-) avrebbero dovuto organizzare un fronte comune e presentare un programma di crescita e di espansione dell’economia, pretendendo di avere quell’aiuto che una vera organizzazione, come l’Europa unita, avrebbe dovuto dare a questi paesi, invece si è scelto di negoziare singolarmente con i paesi ricchi ed è una via d’uscita che chiaramente non funziona. Insomma la metafora della cicala e della formica (di stampo rigorista e protestante) finisce per annientare i debitori e quindi risulta unicamente punitiva. Invece la metafora keynesiana della forza dei debitori si rivela riconciliativa e recupera alla possibile crescita i debitori (sottraendoli dall’eventuale annientamento)! L’insolvenza (totale o parziale) è disonorevole e però è da preferire al suicidio o comunque all’agonia (e la Grecia per non aver ricevuto nel 2010 i richiesti 9 miliardi di euro in aiuto -un’inezia rispetto ai cospicui PIL dei Paesi benestanti- sta tracollando)! Leggere tra l’altro Il mancato uso del potere dei debitori e la moneta-debito e Tornare alla moneta sovrana e spendere finalmente per i cittadini
Poseidone
2014-01-13 10:31:57 UTC
Voglio unirmi ai menzogneri...



Se l'Islanda avesse lu mere, sarebbe una piccola Beri… (ok due menzogne bastano... in ogni caso mi sono sempre domandato perchè dovremmo interessarci all'islanda... ha la stessa popolazione di Bari e sta all'altezza del circolo polare artico...)
anonymous
2014-01-13 09:16:13 UTC
Articolo confuso, molto animato di desideri e voglia di convincere gli altri delle proprie fantasie.



Particolare punto debole la discussione sull’FMI, ho letto molti articoli e nessuno lo citava. Sarebbe allora necessario citare qualche articolo che sostiene tale abbandono dell’FMI da parte dell’Islanda, prima di dire che chi prende ad esempio l’Islanda sbaglia.



L’articolo qui sopra parla poi di un’eventuale bocciatura del referendum, quando il rifiuto del debito da parte del popolo islandese è un dato di fatto.



Quindi il rifiuto non è presunto, ma reale. Piuttosto la tua fantasia che gli islandesi pagheranno il debito andrebbe dimostrata. Se Regno Unito e Olanda hanno portato l’Islanda in tribunale, porta per favore un riferimento, oppure almeno distingui le tue supposizioni dai dati di fatto.



Ma poi dici che il "debito sarà rimborsato in virtù di accordi tra il governo di Rejkjavik e quelli di Londra ed Amsterdam". Anche qui sarebbe utile un riferimento, ma di solito chi fa accordi evita il tribunale.



In sostanza mancano i punti chiave:



a) il popolo islandese ha rifiutato più volte di pagare il debito contratto da banche private (successivamente nazionalizzate)



b) ciò ha dato respiro all’economia islandese, che non si è affossata per carenza di liquidità, come avviene quando si decide di rimborsare il debito senza considerazioni per l’economia nazionale (il caso greco);



c) certamente gli islandesi stanno pagando pesanti conseguenze per la loro bancarotta, ma sarebbero state peggiori se avessero accettato le imposizioni (non riuscite) dei banchieri;



d) è molto probabile che il debito verrà rimborsato, ma in forma parziale e con condizioni accettabili per il popolo islandese.(In particolare con tempi che consentano una ripresa economica).



e) Per chi è capace di considerare l’uscita dell’Italia dall’euro (o semplicemente il collasso totale dell’euro) allora il caso islandese è perfettamente applicabile in Italia.



Vorrei ripetere: è particolarmente irritante leggere che gli altri sbagliano mettendo in bocca a tali "altri" delle frasi non verificabili.Il dire "le banche sono state nazionalizzate... Contrariamente a quanto diffuso sulla rete" non ha riscontri negli articoli che ho letto e mi suona come un espediente dialettico per sostenere il proprio punto di vista (a scanso di equivoci, certamente si, sono state nazionalizzate e lo dicono tutti).


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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