Domanda:
Che ne pensate di questo?
anonymous
2009-04-14 09:32:07 UTC
Ho trovato su feisbùc questa riflessione, che sotto certi punti di vista mi sembra interessante. E' una descrizione (soggettiva, ma non troppo) di un popolo e di come reagisce di fronte alle disgrazie, con successiva argomentazione. Volevo sapere cosa ne pensate voi, o perlomeno quelli che avranno la pazienza di leggerla, perchè è un po' lunga.

Buonasera, gente. ^__^

Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.

Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.

Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese.
E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.

C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?
Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?

Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.

Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.

Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.

Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.

Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima?
Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila
Sette risposte:
anonymous
2009-04-14 11:11:56 UTC
penso che concettualmente sono d'accordo.

sono d'accordo sul fatto che è la negligenza dello Stato che contribuisce a creare problemi di questo tipo. ovviamente non crea terremoti, ma contribuisce a rendere un terremoto una disgrazia per 300 persone.

non sono d'accordo però su un semplice punto. lui da italiano non dona nemmeno 1 euro perchè è contrario all'ipocrisia della politica e dei politici, perchè i soldi sono spesi male, perchè tutti cercano di trarre guadagno ecc ecc....ma che colpa hanno in questo caso quelli che han perso tutto? e per tutto intendo casa, marito/moglie/figli, lavoro. persone la cui vita riparte ora da zero. e sono costretti a vivere per mesi e mesi in condizioni terrificanti pari a quelle dell'angola.

che colpa hanno? perchè sono loro a dover subito oltre al danno anche la beffa?

colpiamo i politici? bene, non diamo soldi per i terremotati.

chi ci perde? la politica? i politici? no assolutamente. troveranno modo di esibire la loro ipocrisia comunque. ci rimettono però le persone colpite dal terremoto.

allora è giusto criticare, condannare gli sprechi e l'ipocrisia ma è altrettanto giusto ricordarsi che là sotto le macerie c'erano uomini e donne come noi, e in piedi accanto alle macerie altri uomini e altre donne, che non hanno colpe e che non possono e non devono pagare ancora oltre a quello che han già pagato.
1971-BANNATO
2009-04-14 10:38:43 UTC
Perfettamente solidale

con chi ha scritto queste righe!

Forse, è lunico modo per permettere alle coscienze

di uscire dal torpore in cui erano sprofondate

e renderci conto della superficialità del nostro pensiero

di fronte a queste tragedie!

BRAVO!!



CIAO!!!!!
anonymous
2009-04-14 12:17:54 UTC
anch'io non ho donato nemmeno un centesimo e mi ritrovo perfettamente in questa riflessione: gesti sporadici ma plateali, come la beneficenza, non mi appartengono e li trovo di pessimo gusto.

i problemi vanno monitorati, risolti giorno per giorno attraverso l'uso di una coscienza collettiva che non è certo quella che si sta cercando di far passare come tale in questo momento.

donare l'euro e sentirsi tutti uniti in un momento di dolore non ha nulla a che vedere con l'idea di coscienza collettiva, è un patetico tentativo di sentirsi apposto con sè stessi, di sentirsi illusioramente parte di un tutto, il cui principio stesso è malato ed è riassumibile proprio con quella frase che si trova nell'articolo: "Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro"
Cenere alla cenere
2009-04-14 10:21:00 UTC
questo individuo ha tutto il mio rispetto,ma non perchè ha nominato Schifani,ma perchè è arrivato alla coscienza di appartenere ad un popolo di imbroglioni.bisogna essere freddi e razionali,non emotivi.
anonymous
2009-04-14 10:52:35 UTC
Dico che ha ragione, e per le stesse motivazioni non ho sganciato un centesimo...
anonymous
2009-04-14 14:38:31 UTC
quoto Matrom,spero che questo signore non abbia mai bisogno di case perche terremotato,di pasti perche la sua casa è inagibile ecc...Non si fa i moralisti con cose del genere,se tanto invochiamo la giustizia sociale,allora si incateni al Campidoglio per far dare una pensione degna alla mamma...Io l'euro,e anche di piu,ho donato e mi sento la coscienza pulita,non è un granche' ma l'ho fatto e ne sono fiera
anonymous
2009-04-14 11:35:14 UTC
è facile fare i moralisti sulla pellaccia altrui.....


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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