Domanda:
Perchè è opinione comune che noi si esca dalla crisi economica, comunque vada, nel giro di pochi anni?
2009-03-09 01:58:11 UTC
Alcuni mesi fa ho chiesto perchè in italia si crede che nel 2009-2010 si vedrà la fine della crisi, oggi chiedo questo.

Ne siete proprio certi?
L'esperienza del giappone non dovrebbe far riflettere, anzichè dare per scontata la fine della crisi economica italiana, in giro di poco tempo (alcuni anni)?
Sei risposte:
Sitting Duck
2009-03-09 02:14:05 UTC
Lo dicevo proprio ieri sera.



Ma se fosse vero che la crisi finisse nel 2010... andrebbe benissimo!



Cosa vuoi che sia un anno di sacrifici... certo facile dirlo quando si ha il lavoro e la casa... ma se davvero durasse ancora un anno e poi ci fosse la ripresa, se davvero fra un anno l'economia tornasse a tirare e aumentasse la domanda di lavoro... bè... io direi.. magari!



Temo proprio che non sarà così
domy14
2009-03-09 09:48:07 UTC
la crisi economica ci ha invaso partendo dalla globalizzazione dei mercati finanziari e dalle lobby che pensavano di appropriarsi dei titoli tossici. Ad oggi non è ancora risaputo quali possano essere. Ma può essere vero? Intanto il tutto si riflette sull'economia reale. I consumi sono diminuiti, le medie e piccole imprese hanno difficoltà a recuperare credito dalle banche e gli incetivi statali per le imprese non bastano a far decollare e rilanciare il paese. C'è però un particolare; Tremonti solo da pochi giorni, ahimè , ha scoperto che la crisi è più grave di quanto era possibile prevedere. Ma il governo avrà fatto il necessario. Per l'opposizione non è riuscito a cogliere il vero senso della crisi. Intanto le banche, a mio avviso, e per quanto riguarda le pricipali non credo e non voglio che nel nostro paese diventino insolvibili anche perchè si gurdano bene dal concedere prestiti alle grandi imprese. Inoltre ci hanno pensato anche i Tremonti bond che sono andati ad arrichirle maggiormente. Mi domando solo se tra qualche tempo questa crisi impoverirà le persone che hanno un lavoro o che il lavoro hanno già perso e questo stato di cose andrà ad equilibrare il nostro sistema paese. Forse da qui le cose potrebbero migliorare.

ciao
luc10B love Potato
2009-03-09 13:22:21 UTC
Anomalia tutta italiana.

L'80% è proprietario di casa, effettivamente è un freno notevole alla mobilità. Nel resto d'europa la percentuale dei proprietari di casa è attorno al 40-50%.

Un affare per le banche che hanno venduto mutui casa.



Ritengo sia ragionevole lasciare sospeso qualunque giudizio sulla durata e sull'intensità della crisi. Come e quando ne uscirà nessuno lo può sapere, si possono fare solo delle ipotesi.

Una certezza: nulla sarà come prima della crisi. La tendenza in atto è al peggioramento, i dati lo confermano ogni giorno.



Tra l'altro anche i dati devono essere aggiornati in continuazione, in negativo finora.

Spettacolare è il calo di produzione metalli ferrosi.

In un mese la produzione è crollata, 50 milioni di tonnellate. Quasi due volte la produzione italiana.

Il commercio internazionale?

Le merci circolanti sono a livello di prima della guerra.

C'è poco di che essere ottimisti, diteglielo a quello..
2009-03-09 09:37:41 UTC
Xkè è nella natura dell'economia avere alti e bassi. Questa "crisi" è un colossale bluff: è impossibile che una banketta di un Paese mezzo agricolo come gli USA, basata su un mercato esclusivamente interno come quello dei mutui, possa dare un colpo letale all'economia di un pianeta!....E' vero ke - date le sciokke liberalizzazioni anni '90 in tema di investimenti e mobilità dei capitali - le banche forestiere possano avere avuto in un certo momento interesse a coinvestire con la Lehmann in un mercato riskioso come quello del credito fondiario: ma da qui a metterle in ginokkio ne passa!....In realtà sappiamo che una cosa in pessimo equilibrio, basta un soffio a farla cadere. Negli Usa il lavoro nn è un diritto nè viene minimamente tutelato. Da lustrascarpe diventi Bill Gates in 3 settimane, ma un 2 ore ti trovi sotto un ponte. E' un'economia rudimentale, ferma come concetti ai tempi dei Padri Pellegrini, quindi nn garantisce una solida base di consumatori e di debitori solvibili. Da noi le cose sn diverse: le aziende anke in presenza di perdite nn possono licenziare con facilità, men che meno pescano a caso qui e là ma debbono dichiarare un piano-esuberi; detto piano prevede quasi sempre il ricollocamento; ci sono incontri fra sindacati/ministero o regione ed azienda. C'è la cassa integrazione. Ci sono i prepensionamenti. Nel mio Gruppo eravano 1400 esuberi - me incluso - ma ungendo adeguatamente le cariatidi over 50 presenti in gran numero e tutte assestate a livelli retributivi medio/alti la cosa si è sistemata anche per la fermezza sindacale. Ora, in Italia vendere a credito può avere un certo margine di sicurezza, il lavoratore italiano ha una potenziale riserva altrove ignota appunto per la stabilità occupazione altrove inesistente. E' pur vero che un allarma lo sentii, participatomi da un avvocato, già 15aa fa: mi parlava di decine e decine di fascicoli giacenti nel suo studio, afferenti recuperi crediti sempre un aumento. "Li sai quelli con 3 cellulari, la Tdi nuovissima, sempre vestiti Armani?....eccoli, metà di quelli qui in città stanno nei fascicoli ke tengo allo Studio". Quindi abbiamo avuto anche un eccessivo ricorso al "finanziario": ai valori fumosi, ai valori non numerari (=danaro certo, titoli di Stato), ai crediti venduti e rivenduti 4 volte, al danaro venduto come tale e nn coperto da una corrispondente produzione di beni e servizi. "Pecunia nn paruit pecunia".dal danaro nn nasce danaro, ed è vero. Esso come tale deve passare attraverso la produzione di qualcosa di visibile, di smerciabile, di recuperabile. Indubbiamente qui è stato uno degli errori; assieme a quello di aver investito in mercati instabili. Anche da noi, in Europa ed in Italia, l'aver toccato le certezze occupazionali e di reddito maturate nei decenni scorsi ha deteriorato la base solvibile del credito ed inibito i consumi. Ovvio ke un precario, con quello str.zo di Brunetta alle costole, o nn paga le rate della macchina o nn la compra nemmeno e fa benissimo. I beni sequestrati, ke dovrebbero coprire i crediti insoluti, in realtà rimangono invenduti o debbono venire svenduti. Ciò quindi nn genera un rientro dei capitali, quindi Lehmann e simili si trovano a buttare sul mercato case/materiali pignorati ed immessi in un mercato ke nn può assorbirli (se manca chi paga i mutui, a maggior ragione manca ki può rilevare in contanti le case,no?....e se qualcuno le compra per riaffittarle o venderle a sua volta,fa la fine della banca, ha lì un falansterio invendibile e nn affittabile). La soluzione? Il capitale deve ridurre i profitti riadattandosi ad assumere e dando certezza occupazionale, a costo di chiedere soldi allo Stato ovvero appunto riducendo il profitto e le prebende per i dirigenti, le spese pubblicitarie, i benefits per i prominenti (rikke trasferte, conventions in alberghi a 15 stelle con rikki premi e coniglions), le spese per sedi faraoniche. L'austerity come nel 1972. La soluzione passa per una scelta di dirottare le spese da pochi interventi di prestigio, dallo spreco vistoso stile anni '80 e '90, al metodo anni '70 del "basso profilo", dell'intervento a pioggia, del sostegno al consumo sostenendo l'occupazione. Ed ovviamente mai mi stankerò di dire:"protezionismo"!!!!... L'Italia nn è il giappone: laggiù la mancanza di sostegni al lavoro (vedi la Nissan, appena in calo gli utili caccia via 20mila persone!) ed ammortizzatori come i ns nn fa prevedere un'uscita in breve. Noi abbiamo invece un sistema potenzialmente in grado almeno di nn far crollare del tutto il moltiplicatore keynesiano della rikkezza.
elsastella
2009-03-09 09:14:14 UTC
da noi 7 su dieci sono proprietari di casa e il risparmio e' solido: in inghilterra, per dire, vivono tutti di buffi sulla carta di credito. cio' non toglie che il governo attuale parla pensando alle elezioni di primavera, non alle nostre necessita' reali.
Hate - The best (il ritorno)
2009-03-09 09:11:00 UTC
In generale le crisi del sistema economico sono cicliche. O almeno cosi' e' sempre stato dall'inizio della rivoluzione industriale ad oggi. Questo dunque e' secondo me il motivo per cui ci si aspetta che si esca comunque dalla crisi odierna.

Se poi, come qualcuno dice, la nostra situazione attuale e' un qualcosa di nuovo rispetto a tutto quello che si e' visto nel passato allora ci saranno profonde trasformazioni. Ma in un caso o nell'altro se ne uscira' comunque.

In che modo non ci e' dato di saperlo. Ne alla gente comune e nemmeno agli addetti ai lavori.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
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