Xkè è nella natura dell'economia avere alti e bassi. Questa "crisi" è un colossale bluff: è impossibile che una banketta di un Paese mezzo agricolo come gli USA, basata su un mercato esclusivamente interno come quello dei mutui, possa dare un colpo letale all'economia di un pianeta!....E' vero ke - date le sciokke liberalizzazioni anni '90 in tema di investimenti e mobilità dei capitali - le banche forestiere possano avere avuto in un certo momento interesse a coinvestire con la Lehmann in un mercato riskioso come quello del credito fondiario: ma da qui a metterle in ginokkio ne passa!....In realtà sappiamo che una cosa in pessimo equilibrio, basta un soffio a farla cadere. Negli Usa il lavoro nn è un diritto nè viene minimamente tutelato. Da lustrascarpe diventi Bill Gates in 3 settimane, ma un 2 ore ti trovi sotto un ponte. E' un'economia rudimentale, ferma come concetti ai tempi dei Padri Pellegrini, quindi nn garantisce una solida base di consumatori e di debitori solvibili. Da noi le cose sn diverse: le aziende anke in presenza di perdite nn possono licenziare con facilità, men che meno pescano a caso qui e là ma debbono dichiarare un piano-esuberi; detto piano prevede quasi sempre il ricollocamento; ci sono incontri fra sindacati/ministero o regione ed azienda. C'è la cassa integrazione. Ci sono i prepensionamenti. Nel mio Gruppo eravano 1400 esuberi - me incluso - ma ungendo adeguatamente le cariatidi over 50 presenti in gran numero e tutte assestate a livelli retributivi medio/alti la cosa si è sistemata anche per la fermezza sindacale. Ora, in Italia vendere a credito può avere un certo margine di sicurezza, il lavoratore italiano ha una potenziale riserva altrove ignota appunto per la stabilità occupazione altrove inesistente. E' pur vero che un allarma lo sentii, participatomi da un avvocato, già 15aa fa: mi parlava di decine e decine di fascicoli giacenti nel suo studio, afferenti recuperi crediti sempre un aumento. "Li sai quelli con 3 cellulari, la Tdi nuovissima, sempre vestiti Armani?....eccoli, metà di quelli qui in città stanno nei fascicoli ke tengo allo Studio". Quindi abbiamo avuto anche un eccessivo ricorso al "finanziario": ai valori fumosi, ai valori non numerari (=danaro certo, titoli di Stato), ai crediti venduti e rivenduti 4 volte, al danaro venduto come tale e nn coperto da una corrispondente produzione di beni e servizi. "Pecunia nn paruit pecunia".dal danaro nn nasce danaro, ed è vero. Esso come tale deve passare attraverso la produzione di qualcosa di visibile, di smerciabile, di recuperabile. Indubbiamente qui è stato uno degli errori; assieme a quello di aver investito in mercati instabili. Anche da noi, in Europa ed in Italia, l'aver toccato le certezze occupazionali e di reddito maturate nei decenni scorsi ha deteriorato la base solvibile del credito ed inibito i consumi. Ovvio ke un precario, con quello str.zo di Brunetta alle costole, o nn paga le rate della macchina o nn la compra nemmeno e fa benissimo. I beni sequestrati, ke dovrebbero coprire i crediti insoluti, in realtà rimangono invenduti o debbono venire svenduti. Ciò quindi nn genera un rientro dei capitali, quindi Lehmann e simili si trovano a buttare sul mercato case/materiali pignorati ed immessi in un mercato ke nn può assorbirli (se manca chi paga i mutui, a maggior ragione manca ki può rilevare in contanti le case,no?....e se qualcuno le compra per riaffittarle o venderle a sua volta,fa la fine della banca, ha lì un falansterio invendibile e nn affittabile). La soluzione? Il capitale deve ridurre i profitti riadattandosi ad assumere e dando certezza occupazionale, a costo di chiedere soldi allo Stato ovvero appunto riducendo il profitto e le prebende per i dirigenti, le spese pubblicitarie, i benefits per i prominenti (rikke trasferte, conventions in alberghi a 15 stelle con rikki premi e coniglions), le spese per sedi faraoniche. L'austerity come nel 1972. La soluzione passa per una scelta di dirottare le spese da pochi interventi di prestigio, dallo spreco vistoso stile anni '80 e '90, al metodo anni '70 del "basso profilo", dell'intervento a pioggia, del sostegno al consumo sostenendo l'occupazione. Ed ovviamente mai mi stankerò di dire:"protezionismo"!!!!... L'Italia nn è il giappone: laggiù la mancanza di sostegni al lavoro (vedi la Nissan, appena in calo gli utili caccia via 20mila persone!) ed ammortizzatori come i ns nn fa prevedere un'uscita in breve. Noi abbiamo invece un sistema potenzialmente in grado almeno di nn far crollare del tutto il moltiplicatore keynesiano della rikkezza.