Dittatura sì,ma del Capitale.Attenzione a non cadere in trappole ideologiche.
Nel momento in cui un salariato italiano od egiziano,ha bisogno del denaro per vivere, sono entrambi schiavi dello stesso padrone.
Che là si chiama Sawiris e qui Berlusconi, lì Mohamed e qui Brambilla.
E in questo senso, l'Italia ha un'economia più robusta di quella egiziana.Il che ha permesso di assorbire con (relativamente) meno danni, l'urto della crisi.
Da lì il rincaro dei cereali ( con conseguente blocco dell'export di grano da parte della Russia,da cui l'Egitto dipende) ha gettato nella fame, come in Tunisia,larghi strati della popolazione.
Abbastanza per scatenare una rivolta sociale.
Soprattutto contro un regime autoritario, poliziesco, occhiuto, corrottissimo ed inefficiente.
La globalizzazione ha promesso ai giovani egiziani ( e gran parte degli egiziani ha tra i 20 e i 30 anni ) di studiare,laurarsi, accettare la "flessibilità" (laureatevi in Economia,e magari uno su 10000 tra di voi diventerà ricco come Sawiris ), contratti malpagati e con pochi diritti.
La crisi ha spazzato via tutto questo.
E d'altronde ha chiuso persino la valvola di sfogo dell'immigrazione in Europa,visto che la UE soffre anch'essa la crisi ed espelle manodopera poco qualificata.L'ultima cosa di cui necessità sono carrette del mare di disperati,ma di tecnici ultraspecializzati.
L'Italia ha un PIL cospicuo.
Una struttura produttiva manifatturiera seconda alla Germania.
Il risparmio delle famiglie italiane è il terzo del pianeta.
Otto italiani su dieci posseggono la casa in cui vivono.
Il nucleo familiare medio è composto da madre,padre e figlio.Questi figli vivono grazie al risparmio dei genitori.
Questa geenrazione sta consumando il risparmio creato in cinquant'anni.
QUindi al momento la situazione non è paragonabile all'Egitto,Berlusconi o non Berlusconi.Se ci fosse un altro non cambierebbe nulla, i nodi irrisolti rimarrebbero quelli.