2011-06-29 15:18:50 UTC
Allora, allora, iniziamo dalgli albori dell'inciucio.
In origine c'era lui, l'intraprendente infrastruttore Pietro Lunardi e la sua società di costruzioni (se ci scorgete un conflitto di interessi è solo perché siete dei comunisti schifosi nda) che non appena fiuta l'odore di un nuovo cantiere va lì voglioso di costruire, bucare ed edificare.
Quando scopre che in questo caso l'appalto succulento è indetto dalla società italo-francese Lyon Turin ferroviarie (Ltf).e riguarda nientemeno che il TAV Torino-Lione (la presunta tratta di un presunto treno veloce che porterebbe ricchezza, speranza e carità a noi Italiani isolati dal resto d'Europa, come se la Val di Susa si trovasse su un invalicabile altopiano Tibetano) rischia la sincope e togliendosi le vesti del Ministro per mettersi quelle dell'ingegnere decide che anche lui ha il diritto a poter sventrare una montagna lucrandoci sopra. Così, ancora commosso dalla novità mobilita la Rocksoil -di sua diretta proprietà- e si aggiudica le prime trivellazioni per il traforo, ma in Francia (e se pensate ancora che sia in conflitto d'interessi è perché siete dei bolscevichi senza ritegno nda) non contento però, vuole aggiudicarsi anche la gestione sul suolo italiano e sfrutta la Stone spa della figlia per allearsi con alcune società di Marcellino Gavio (simpatico imprenditore astutamente fuggito dalle insidie di Tangentopoli e principale finanziatore del PdL) allo scopo di sbaragliare la concorrenza.
Il povero “Luna” non sa che biechi individui (Enzo Procopio,Walter Benedetto, responsabile della direzione lavori della Ltf ,Giovanni Desiderio, dirigente di Torino 2006)stanno tramando alle sue spalle per accaparrarsi direzione e costruzione della della discenderia di Venaus né tantomeno è a conoscenza che fra questi cospiratori c'è anche il suo secondo, l'allora viceministro delle Infrastrutture, Ugo Martinat.
Indi, lasciamo per un attimo i dolori del giovane Pietro che nel frattempo era troppo occupato a fornire spiegazioni a quei bolscevichi che lo accusavano di conflitto d'interessi e dedichiamoci ad un'inchiesta partita per caso nel Natale del 2003.
Infatti Procopio, Desiderio e un inutile Pidiellino ricevono per posta una busta ciascuno contenente due proiettili calibro 40. Gli imprenditori spaventati denunciano l'accaduto e la Procura per scoprire il mandante mette sotto osservazione i loro telefoni.
Lo spettacolo che si prospetta alle orecchie dei giudici è fra il comico e il drammatico, infatti è proprio per telefono che Procopio viene informato di tutte le soffiate che riguardano l'appalto da due signori della Ltf Italia tali Comastri e Benedetto, più dal terzo incomodo:Desiderio.
Pur tramando e organizzando complice l'intrusione della società di Lunardi l'appalto sembrerebbe difficilmente raggiungibile.
Ma quando hai santi in paradiso non c'è Luna che tenga, il tempo di una telefonata di Procopio all'amico Martinat e Benedetto e Comastri continuano ad intrallazzare per aiutare Procopio.
E ci riescono, infatti questo per sdebitarsi da 23 mila euro ad AN. La conferma
arriverà dalla segreteria di Martinat: il 7 maggio 2004 Alfredo Calvani, dello staff del
viceministro, chiamerà Procopio per confermare che il bonifico è arrivato. In cambio, secondo
l'accusa, Martinat si è attivato con Lft perché usi un occhio di riguardo a Procopio, al quale
serve un partner con cui associarsi e più tempo per predisporre l'offerta.
È lo stesso Comastri a suggerire a Procopio con chi allearsi per l'appalto (la società “Metropolitana Milanese”), in più gli affibia Benedetto (nominato presidente della commissione tecnica di gara) per risolvergli ogni dubbio tecnico sulla stesura della proposta.
Nel frattempo Procopio riesce ad ottenere una proroga sul giorno della proposta,e il 14 Aprile si presenta alla gara già certo della vittoria (per farlo a sentire più a suo agio era stato nominato presidente della commissione l'ex DG della Metropolitana Milanese).
Ma il destino è avverso al pover'uomo che si vede respinto il progetto per un banale intoppo nella stesura della domanda.
Ora la società favorita diventava la Geodata (benedetta dai partiti di sinistra) e al danno si aggiunge anche la beffa.
Benedetto infuriato per il bieco scherzo del destino chiama Procopio chiedendo di sbloccare la situazione, questo chiama Desiderio che a sua volta contatta Comastri che infine richiede il miracolo da parte del sottosegretario alle Infrastrutture che molto magnanimamente intercede e fa il miracolo.
La gara è sospesa. Torni al via senza ritirare il pedaggio.
Ma a questo punto arriva la Guardia di Finanza che blocca il progetto e recupera i documenti incriminati che nel frattempo Comastri aveva tentato di far sparire a Chambé