Scusa tanto, ma secondo me un conto è giustamente criticare l'eccitazione che sciagure di questo genere accendono in sciacalli mediatici del genere di Vespa e del suo affezionato pubblico di guardoni da divano, ed anche invitare tutti alla moderazione ed ad una più accurata ponderazione dei perchè e dei per come, un altro è sterilizzare nei tecnicismi periziali un evento che ha chiaramente colpito in profondità la psicologia stessa delle persone.
Sono riuscito a spiegarmi?
Non si può negare la portata emozionale, l'impatto emotivo che un evento come quello della Concordia ha avuto sulla stragrande maggioranza delle persone; un impatto che con ogni probabilità, per dinamica dell'accaduto, è andato a toccare corde profonde nell'inconscio delle persone.
Giusto invitare tutti a lasciar giudicare chi è preposto per legge, ma converrai che è facilmente capibile lo sconcerto nell'assistere alle conseguenze della sbruffoneria prima e della codardia poi di uno che nell'immaginario collettivo incarna la responsabilità e il controllo, su stesso e sugli altri, che da sicurezza a chi nelle sue mani si pone.
Che le responsabilità della collisione prima e del caotico abbandono della nave poi non siano tutte di quel comandante è molto probabile, e sicuramente se è così verrà appurato, ma converrai che davanti alla viltà, alle pietose e puerili menzogne, per di più protratte, di chi comunque aveva per ruolo la responsabilità non solo di quella nave ma anche e soprattutto delle persone che stava trasportando, compreso il suo equipaggio, si rimanga estrefatti, sgomenti, e anche incazzàti, perchè no.
Eventi del genere, carichi oltretutto di simbolismi profondi, non sono solo campo professionale per "Tecnici specchiati, asettiche e competenti Società di Classifica", sono anche catartici per le società, da sempre.
Forse anche utili, specie per società "molli" come la nostra, se dovessero servire a rendere meno tollerabile la presenza di schettini in ogni ambito del vivere comune...
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Forse non sono riuscito a spiegarmi bene: non condanno nessuno nè auspico la preponderanza dell'emozione sulla ragione, affatto. Anzi, tutt'altro.
Ho solo cercato di spiegare con la ragione un emozione forte e profonda che ha toccato le corde più recondite di milioni di persone; spiegare, non giustificare.
Non mi piace la gogna, nè il linciaggio, nè tantomeno lo sciacallaggio mediatico che subito si scatena in situazioni simili, e se dipendesse da me vieterei qualsiasi trasmissione su sciagure che non si limiti a riportare ed illustrare semplicemente i fatti fin lì accertati.
E auspico che i tecnici e la scienza diano risposte certe alle tante parti oscure di questa vicenda.
Quel che però ritengo esuli dalla fredda dissezione degli eventi e dall'equa e scientifica partizione dei meriti e delle colpe, quel che ritengo abbagliante nella sua chiarezza, che nessuna scienza potrà mai cancellare e che sono convinto sia quello che ha scatenato certe reazioni ferine, medievali come giustamenti dici, e che, ripeto, non giustifico affatto ma semplicemente comprendo, è la codardia dimostrata, dichiarata e certificata di chi, nell'immaginario collettivo, incarna invece l'archetipo stesso del coraggio e dell'abnegazione: il Comandante di una nave.