Domanda:
«Testamento biologico, il medico può dire no»?
anonymous
2008-11-19 14:12:48 UTC
MILANO — Se la morte è il termine naturale della vita umana, di fronte alla possibilità di allontanare questo confine chi deve porre limiti e a quali condizioni? La tecnologia? Le istituzioni? I medici? «Io penso che ognuno di noi ha il diritto di autodeterminarsi e di esprimere cosa vuol fare nel caso si trovasse in condizioni che lo privano della sua identità e dignità. Ognuno deve essere libero di scegliere». E’ il senatore Umberto Veronesi a parlare. Il Veronesi medico si ferma di fronte al confine tra vita artificiale e morte naturale. E affida a uno stringato disegno di legge il suo modello di testamento biologico. Il caso Eluana Englaro ha fatto cambiare idea all’ex ministro della Sanità («Non serve una legge, basta il notaio», diceva fino a poco tempo fa). Ora la legge occorre. «Disposizioni in materia di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di volontà», è il titolo del ddl 972 che porta la sua firma. Nove articoli in tutto. Si aggiunge alla decina di altri testi in attesa di giudizio... parlamentare.

«La mia legge — spiega — non riguarda il tema dello stato vegetativo permanente nella sua globalità, ma solo il diritto di ogni cittadino di rifiutare questo modo innaturale di terminare la propria vita. Oggi la decisione di come e quando prolungare l’assistenza è completamente nelle mani dei medici, mentre invece è diritto inalienabile di ogni cittadino decidere se iniziare o quando lasciare il trattamento di sostegno». A Veronesi non piace il termine accanimento terapeutico («E’ un controsenso linguistico»). «Compresa l’alimentazione e l’idratazione artificiale».

«In passato—aggiunge il senatore Pd — c’era la paura di morire anzitempo. Oggi c’è quella di sopravvivere oltre il limite naturale della vita, in una condizione artificiale, priva di coscienza e di vita di relazione ». Conseguenza dell’ipertecnologica medicina moderna. Un limbo che «pone la società di fronte a dilemmi sconosciuti alla storia e al pensiero». E che ha portato a un movimento, negli Stati Uniti e in Europa, favorevole alla possibilità di esprimere, in condizioni di normalità e di lucidità mentale, le «direttive anticipate» che i medici devono rispettare «nel caso che un danno cerebrale grave impedisca la consapevole espressione di assenso o di dissenso alle cure proposte». Un movimento che ha scatenato il dibattito tra medici e pazienti, tra laici e credenti, tra politici appartenenti agli stessi partiti.

Per i medici contrari al testamento biologico c’è l’obiezione di coscienza: «E’ data la possibilità al medico che ha in carico il paziente di non seguire le indicazioni di volontà anticipate, se questo contrasta con le sue convinzioni etiche, affidando il paziente ad altri medici». E ai veti del Vaticano risponde: «Chi ha fede sceglierà di affidarsi a Dio. O, ancora per fede, rifiuterà trattamenti che potrebbero salvarlo (le trasfusioni di sangue per i Testimoni di Geova). Chi non ha fede, potrà affidarsi ai poteri della scienza medica o scegliere di stabilire dei limiti».

Mi potreste fare il riassunto e un commento su quanto ne pensate? vi prego... io non ne capisco niente di politica...
Cinque risposte:
lima
2008-11-19 14:33:09 UTC
Qui la politica c'entra poco. In questo caso è una questione di etica e di morale, per cui non chiedere a me di essere d'accordo sulla rivendicazione di ognuno alla propria libertà individuale di morire, perchè eticamente e moralmente non mi appartengono.

La mia famiglia sà perfettamente come la penso e se la legge lo permetterà, saranno liberi di decidere ciò che vogliono, ma sanno altrettanto che io farò di tutto (tranne l'accanimento terapeutico che è un'altra cosa ) per oppormi.

Ora dopo molti confronti che abbiamo fatto, parlandone con serenità i miei cinque figli e mio marito concordano con me.

Tutto il resto sarà solo chi come quando perchè deciderà di farti morire e francamente un medico dovrebbe vergognarsi oppure che rinneghi il principio di Ippocrate e dica io sono "Dio" e chi chiede di morire come e quando decide di farlo a proprio piacimento vuol dire che non ha capito nulla del significato della "vita".

-----------------------------

Lasciando da parte il problema etico, non perchè sia meno importante (anzi) ma quando non ci si arriva è quasi inutile parlarne.

Comunque a parte il fatto che attualmente parlare di soffernza o di malattia è come e forse peggio che invocare la morte, chi stabilisce i parametri?

Io nel pieno possesso delle mie facoltà mentali, magari quando ho 20 anni decido che a 60 se mi ammalo devo poter morire in pace. Benissimo suicidati prima.

Io nel pieno della mia vita esuberante fatta da dinamismo e forza essere ridotto alla sofferenza non mi va, Non curarti !

Io decido che non voglio avere la rottura di scatole di curare o di aspettare che anche un mio familiare stando in ospedale, sia il Padre eterno a decidere della sua vita, quindi lo decida la legge.

Non confondiamo l'accanimeto terapeutico con le cure che una società DEVE dare alle persone, altrimenti domani stabiliamo che gli obesi vanno soppressi o non curati e li affidiamo al loro destino, magari senza neppure porci il problema se l'obesità abbia cause legate all'alimentazione o a cause non dipendenti dalla volontà dell'obeso.

Poi stabiliamo anche che i malati di diabete a 20 anni saranno un sicuro problema a 50 quindi sopprimiamo le cure e lasciamoli al loro destino.

Una volta che accettiamo il testamento biologico come volontà vincolante di una persona di poter "non essere curato" (non di suicidarsi) il resto lo affidiamo ad altri.

Ma nell'affidarlo agli altri siamo ben sicuri di quello che stiamo facendo ?

Nel caso della Signora americana, che fu fatta morire, affamandola e lasciandola senza acqua a parte le atrocità che ha provato in quel periodo, la questione era prettamente di convenienza, perchè il povero marito "aspettando l'eredità e quant'altro e dissinteressandosi completamente di lei, aveva fra le altre cose la necessità di risposarsi. ... a...zzo poverino.!!!

Questo nonostante i genitori avessero detto che non ci sarebbe stato problema perchè alla figlia ci avrebbero pensato loro, come hanno fatto nel corso di questi anni.

Magari si sarebbe potuto fare qualche altra cosa a livello legale, MA NONOSTANTE LEI NON AVESSE ESPRESSO ALCUNA VOLONTA' I GIUDICI si erano rotti le scatole, tanto una più o una in meno !!!

Ora abbiamo il caso di Eleuana, la quale non sta vivendo alle spalle dei genitori i quali potrebbero benissimo lasciarla alle cure delle Suore. Eppure no.!!!

Vai genitore premuroso in ospedale e staccale i tubi..... se sei così preoccupato della sua (o della tua sofferenza ).

Sveglia !!!!!!!!
?
2017-01-30 23:28:34 UTC
Consiglio un ottimo sistema naturale che può aiutare chi soffre di diabete http://GuarireDiabete.teres.info/?aG20 Le basi della terapia del diabete sono il corretto stile di vita e l’alimentazione adeguata, personalizzati sulla base del tipo di diabete, dell’età, del grado di sovrappeso e delle esigenze individuali quotidiane. Questo prodotto può aiutare molto ma deve comunques essere affiancato da una cura medica vera e propria.
anonymous
2008-11-19 22:10:34 UTC
In questo commento da te riportato c'è, a mio avviso, il vero problema: la medicina ha compiuto dei progressi inimmaginabili nel passato per cui sempre più persone non muoiono più naturalmente nel proprio letto a casa loro, assistito dai loro cari, ma finisce intubato, attaccato a dei macchinari che ne prolungano "artificialmente" la vita fino a quando non si sa....sono favorevolissima al testamento biologico, sono contraria all'accanimento terapeutico. del resto in molte realtà questo già accade, si pensi ai malati terminali di ogni tipo che si dimettono volontariamente (o non si fanno proprio ricoverare) dall'ospedale per vivere gli ultimi giorni a CASA. non sapete quanta gente lo faccia anche per risparmiare sulla burocrazia e sulle spese del trasporto funebre...non sapete quanta gente ringrazia Dio che l'ospedale più vicino sia "lontano" o la lentezza dell'arrivo dell'autombulanza. non sapete quante volte c'è un tacito accordo fra medico di famiglia e familiari del paziente. persone che muoiono nelle più atroci sofferenze mentre potrebbero avere assistenza adeguata in ospedale a causa di problemi burocratici e politici circa la somministrazione di morfine. il testamento biologico non significa accettare rassegnati la morte nei primi giorni o nei primi anni della malattia. non significa non combattere. non significa decretare la morte di una persona dopo i primi mesi di coma. significa decidere in piena consapevolezza di rifiutare cure completamente inutili o che forse fino a qualche decennio fa eravamo tutti peccatori? ho letto qualche giorno fa un articolo in cui persino delle suore manifestavano l'intenzione di aderire a una tale prassi....spero, nel pieno rispetto delle convinzioni etiche di ognuno, che anche i medici facciano un attento esame di coscienza e tornino a riscoprire "l'umanità" della loro professione. del resto mi sembra che in alcuni paesi come gli USA il testamento biologico sia una realtà. mi piacerebbe sapere come hanno risolto tutti i problemi connessi.

--------------

mi sa mi sa che qui non si è nemmeno d'accordo su cosa significa testamento biologico, altrimenti non si farebbero certi discorsi. del resto l'attenzione viene sempre focalizzata sui casi eclatanti riportati dai giornali su cui è facile giudicare dall'esterno. ripeto che negli USA è prassi comune ma non mi sembra che vengano uccisi obesi, diabetici o altro. mah! sarà che io non leggo spesso i giornali e mi saranno sfuggiti......va bè che io sono solo una scimmia e quindi mi è ignoto proprio il significato della vita...e il discorso etico...:-D
anonymous
2008-11-19 17:23:14 UTC
ognuno di noi dovrebbe essere libero di determinare i modi ed i tempi degli interventi medici possibili. oggi come oggi sono possibili trattamenti ed interventi che possono tenere in vita le persone, ma che non necessariamente garantiscono una certa qualità della vita.

molte persone quindi sentono il bisogno di stabilire adesso, in piena libertà ed in piena coscienza, tramite il testamento biologico, come vorrebbero essere trattate nel caso in cui non dovessero essere più in grado di esprimersi, a causa di incidenti gravi o malattia, per esempio.

per quanto riguarda l' obiezione di coscienza da parte del medico, che per motivi etici o personali si rifiuta di applicare o sospendere certi trattamenti, direi che questa potrebbe essere garantita, ma che l' Azienda Sanitaria, o la Regione, dovrebbe comunque garantire la continuità del servizio, assumendo medici invece disponibili, cosa che per esempio la Regione Lombardia non sta facendo, motivo per cui la famiglia Englaro si vedrà costretta ad intraprendere un lungo viaggio, forse addirittura all' estero, per sospendere l' alimentazione alla loro figlia.
anonymous
2008-11-19 15:25:03 UTC
Siccome la questione è sollevata dal punto di vista religioso. Ora dando per buono che sia la religione ha stabilire della mia vita, mi chiedo, proprio perché si parla di vita, vivere con un sistema imposto dall' alimentazione artificiale, e non partecipo più alla vita intesa come essere che prova emozioni e stimoli, significa che sono morto.

Poi già oggi uno ha la possibilità di scegliere, per amputarmi una gamba mi devono chiedere il consenso, se non do il consenso sono destinato a morire, questa possibilità è la stessa al testamento biologico. Inoltre tantissimi medici informano un parente che il proprio caro è prossimo alla morte e danno la possibilità di farlo morire a casa, anche in quel caso è una interruzione di cure, un giorno e 10 anni non fa differenza.

Per ultimo, siccome il problema è religioso, io che sono ateo devo avere la possibilità di gestire la mia vita liberante senza obblighi nei confronti di una religione che io non riconosco come proprietaria della mia vita.


Questo contenuto è stato originariamente pubblicato su Y! Answers, un sito di domande e risposte chiuso nel 2021.
Loading...