Che Berlusconi sia paranoico lo vado dicendo da molto tempo. Credo che la cosa più centrata su di lui, l'avesse detta a suo tempo- e in tempi non ancora sospetti- la Veronica, che aprì la stagione del suo lussuoso divorzio asserendo che suo marito fosse “malato”. Che l’agire politico del cavaliere fosse determinato da una radicata e narcisistica propensione alla esibizione di sé, è cose che non occorro chissà quali studi psicanalitici per capire. Io definii questo atteggiamento come “caligolismo”. Una cosa per la quale ho smesso di votare da molto tempo, nonostante abbia nel PDL ancora parecchi amici, di specchiata onorabilità.
Però questo è metà del quadretto. L’altra, che la maggior parte delle persone non vogliono o fingono di non vedere, è che il narcisismo si combatte con la indifferenza. Ad un uomo che farebbe qualsiasi cosa pur di far parlare di sé, una “botta” probabilmente decisiva alla sua spropositata coltivazione dell’ego, deriverebbe da una colossale levata di spalle. Eppure, dopo sedici anni di questa prassi, nessuno pare essersene accorto. O forse, stante la autoreferenziata superiorità culturale e intellettuale della sinistra italiana, ce ne si è accorti eccome. Ma probabilmente quella patologia fa gioco a molti, quando non a tutti. Che la sinistra italiana abbia molto poco da dire, quando non ha un mulino contro il quale lanciare i proprio don Chisciotte, lo si è visto ad esempio durante le recenti primarie del PD. Molto più parenti serpenti di quanto la contrapposizione della guerra santa contro Arcore lasciasse supporre, insomma…
Molto spesso le patologia psichiatriche si comprendono non solo osservando il soggetto, ma l’intero setting nel quale egli opera. Insomma la patologia di Silvio la si comprende attraverso tutto il meccanismo mediatico che gira intorno a lui. Ovvero anche- o forse soprattutto- quello del controtransfert che gli dedicano i suoi nemici. Di quel narcisismo fanno essenzialmente parte (non si spiega ovvero l’una cosa senza le altre) il popolo Viola, la tracotanza dei Travaglio, i deliri di onnipotenza di Santoro (in una omelia di Annozero si è assiso a perdonare Spatola !!!), le compulsioni di un uomo che io ritengo pericolosissimo come Di Pietro, e la creazione di un immaginario collettivo dove chiunque abbia una tastiera e possa scrivere qualcosa di antiberlusconiano pensi di meritare il Pulitzer. Ad esempio come le teorie complottistiche di statuette auto proiettate sul volto dal cavaliere medesimo, che offendono l’intelligenza di chiunque ne abbia ancora una.
Di tutta quella genia di persone che prima decide chi sia il cattivo, poi comincia a guardare le cose.
La cosa che mi urta di più è il far collimare la presunta pericolosità democratica di Berlusconi e il quadro clinico testé descritto. Non ci si decide se fare di Silvio uno scaltrissimo dittatore del terzo millennio (gli appelli alla perdita della democrazia mi hanno stufato come poche cose), o un signorotto da Repubblica delle banane. Io trovo molto calzante il secondo, se si fa la tara che per “bananizzare” tanto questo martoriato paese, governo e opposizione si tengono a braccetto giocando la partita infinita del referendum pro o contro il faccione di Silvio.
Come quelli che sottolineano- direi giustamente- le leggi ad personam che sono comparse in questi ultimi anni, ma non si accorgono delle “indagini ad personam” che le hanno generate, o del paradosso democratico che il cittadino più indagato del paese è quello che- volenti o nolenti- è il capo del governo. Per non dire di quelli che si stracciano le vesti perché Berlusconi si difenda “nei processi e non dai processi”, quando chiunque abbia più di una ventina di anni sa che i processi in Italia avvengono sui giornali e non in austere aule con parrucconi e martelletti. Che Berlusconi sarà un problema democratico, ma la magistratura- assolutamente politicizzata- NON è la soluzione. Io di Tangentopoli ricordo, e delle centinaia di persone linciate molto prima di essere giudicate, e di una svolta democratica avvenuta FUORI dalle urne elettorale, anche…
Un caro saluto Mario. Ne approfitto per rinnovarti la mia stima, anche se come accade da molto tempo non mi riserverai alcuna attenzione. Ne hai facoltà. Ti dedico anzi il vero “ghe pensi mi” da cui tutto scaturì ;)