Credo, semplicemente, che Di Pietro sappia molte, molte più cose (per la sua storia professionale) di quante non ne sappiano politici da sempre.
Ti riporto quanto letto in questi giorni
Mafia P2 Massoneria
(da Gelli a Berlusconi)
« Il vero potere risiede nelle mani dei detentori dei mass media» (Licio Gelli)
« Nessuno può negare che la P2 sia un'associazione a delinquere » (Sandro Pertini, 1981)
A margine di una conferenza stampa dd.29.6.2008, l'ex pm di Mani Pulite, Antonio Di Pietro,dichiarò:
"C'è un proposito piduista, perché tale è l'azione di questo governo. E viene da chiedersi se Berlusconi sia quello che esegue gli ordini o sia il mandante".
L'accusa ci deve far riflettere...
La nuova P2 (riassunto dell'articolo pubblicato sul Fatto da Gianni Barbacetto l'8.7.2011)
una “nuova P2” coagulata attorno al faccendiere Flavio Carboni, non senza contatti con il coordinatore del Pdl Denis Verdini.
Le intercettazioni, impietose, continuano a disvelare i giochi segreti che si svolgono attorno a Silvio Berlusconi.
Carboni ha attraversato la storia di questo paese almeno a partire dagli anni Settanta, quando ha avviato affari con Berlusconi, sotto l’ombrello della P2, quella classica, quella di Licio Gelli, di Roberto Calvi (e, appunto, di Silvio Berlusconi, tessera numero 1816).
C’è un rapporto storico tra Carboni e i fratelli Silvio e Paolo, fin dai tempi dei progetti edilizi in Costa Turchese, degli investimenti per Olbia 2.
C’è una vecchia frequentazione tra Carboni e Marcello Dell’Utri. Non è stravagante quello che emerge dall’inchiesta di Roma sulla “nuova P2”. Ci sono, da una parte, gli affari da realizzare oggi: nel settore dell’energia eolica in Sardegna, per esempio, con rapporti stretti con i vertici del potere politico dell’isola, su su fino al presidente della Regione Ugo Cappellacci. Ma, dall’altra, c’è di più.
Quello che emerge è un sistema di potere. Il vecchio metodo della vecchia P2: determinare le scelte della politica, pilotare le decisioni della magistratura, teleguidare l’informazione, dirottare soldi e affari. Quel metodo continua anche oggi.
Per esempio nei tentativi di influire sulla Corte costituzionale che nel 2009 doveva decidere sul Lodo Alfano (cioè sulla salvezza totale, sull’improcessabilità di Silvio Berlusconi).
A maggio 2009, a casa del giudice della Consulta Luigi Mazzella, a Roma, arrivano il suo collega Paolo Maria Napolitano, il ministro della Giustizia Angiolino Alfano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Carlo Vizzini e lui, Silvio Berlusconi in persona.
Una delle più imbarazzanti cene nella storia della Repubblica. Quattro mesi dopo, a pochi giorni dal giudizio della Corte, il lavoro iniziato è proseguito da Denis Verdini: il 23 settembre il coordinatore del Pdl riunisce nella sua abitazione romana Carboni, Dell’Utri, il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, oltre ad Arcangelo Martino e Raffaele Lombardi (i due personaggi arrestati con Carboni nell’inchiesta romana). L’obiettivo è influire sulla Corte perché non bocci (come invece farà ) il Lodo Salvaberlusconi.
Ma la superlobby segreta lavora anche per influire sulla decisione della Corte d’appello di Milano che deve valutare l’esclusione della lista Formigoni alle Regionali. Per pesare sull’attività del Consiglio superiore della magistratura. Per sostenere la candidatura di Nicola Cosentino alle regionali in Campania… La “nuova P2” lavora a tempo pieno per sostituire gli interessi degli “affiliati” alle regole istituzionali, ai percorsi della democrazia. Ecco perché per Silvio Berlusconi, massimo punto d’equilibrio politico della “nuova P2”, la legge bavaglio “è sacrosanta”.
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