Il problema principale è che l' incostituzionalità di una legge DEVE essere la prima cosa che la Corte Costituzionale verifica. Nel 2004 fu presentato il "Lodo Schifani", che aveva l stesso fine del "lodo Alfano" ovvero posticipare a fine mandato i processi "penali" in carico alle 4 + alte cariche dello Stato, interrompendone la prescrizione, ma non la possibilità da parte degli inquirenti di svolgere le proprie indagini. Ricordo che i padri costituenti avevano previsto nella nostra Costituzione l' immunità parlamentare, proprio per evitare che i politici fossero presi di mira da chicchessia (lasciamo perdere Berlusconi, ragioniamo in termini di politici in generale) per eventualmente allontanarli con false accuse dal Parlamento e inserire altri politici + accondiscendenti a certe fasce "malavitose". Il problema politici/giustizia è antico come il mondo già gli antichi greci e gli antichi romani si trovarono con false accuse contro chi magari lavorava bene infastidendo i disonesti. In ogni caso la Consulta nel 2004 respinse la legge dando indicazioni sulle modifiche da apporre affinché rientrasse in quello che loro consideravano "approvabile". Nessuno parlò allora di "incostituzionalità ". Il Parlamento e il governo hanno lavorato per riproporre il testo con le modifiche richieste, spendendo soldi NOSTRI e, a questo punto, perdendo tempo che poteva essere dedicato ad altro. Napolitano, prima di firmare la legge e mandarla alla Consulta ha controllato che fossero state apposte le giuste modifiche. Ora la Consulta boccia la legge per incostituzionalità ...allora nel 2004 non era incostituzionale e lo è diventata nel 2009? Indipendentemente dal contenuto della legge quanti soldi ha fatto sprecare agli italiani? L' incostituzionalità è la prima cosa che va esaminata e quindi hanno sbagliato nel 2004 non esaminando la costituzionalità meno del lodo schifani o hanno sbagliato ora? Fatto sta che c'è una contraddizione e un spreco di tempo e denaro pubblico
In merito a quanto giustamente scritto da Keo riguardoa Scalfaro vi invito a leggere il seguente articolo:
http://www.arezzonotizie.it/index.php?option=com_content&task=view&id=69171&Itemid=2
Vi riporto solo un paio di passi:
"articolo 90 della Costituzione, in base al quale “il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione"
l’articolo 289 del codice penale, che recita: “à punito con la reclusione non inferiore a dieci anni, qualora non si tratti di un reato più grave, chiunque commette atti diretti a impedire, in tutto o in parte, anche temporaneamente, al presidente della Repubblica e ad altre cariche istituzionali l’esercizio delle attribuzioni o delle prerogative conferite
Scalfaro, diventato presidente della Repubblica, non era penalmente perseguibile. Solo alla fine del settennato, cessata ogni immunità costituzionale, sulla spinta di un’interpellanza parlamentare e di un esposto del deputato di Forza Italia Filippo Mancuso, ex ministro della Giustizia nel governo Dini, la Procura di Roma fu indotta a “scongelare” gli elementi accusatori emersi sei anni prima a carico di Scalfaro nella sua veste di ministro degli Interni tra il 1983 e il 1987. Il 3 giugno 1999 l’ex presidente fu formalmente iscritto nel registro degli indagati dalla procura della Repubblica di Roma, che investì subito il Tribunale dei ministri del caso, sollecitandone l’archiviazione. Tuttavia, mentre Gava e Scotti avevano dovuto difendersi dall’accusa di peculato, a Scalfaro fu contestato semplicemente l’abuso d’ufficio, ormai largamente prescritto. Infine, il 18 luglio 2001, arrivò la definitiva archiviazione da parte del Tribunale dei ministri.
Come dire: la legge è uguale per tutti ma per qualcuno è più uguale.
...come dire..."alla faccia del lodo alfano"