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2009-12-14 16:52:41 UTC
“La sua voce è allarmata, preoccupata. ‘La verità è che c’è nell’aria un’agitazione politica che fatalmente si trasforma in violenza.
Antonio Di Pietro commenta: ‘Io sono contro ogni violenza, ma Berlusconi con i suoi comportamenti istiga alla violenza... ‘Ecco, c’è un’aria di intolleranza così spessa che mi sorprende che sia accaduto solo questo. (...) Di Pietro pensa che, sparito Berlusconi dalla scena politica in qualche modo, o per via giudiziaria o per le dimissioni o magari per un attentato, i problemi dell’Italia siano risolti. Ma di che parliamo? Viviamo in un Paese in declino dove non funziona niente. Le nuove generazioni non sono allenate a guadagnarsi il pane.... Berlusconi non è il problema’.
Lei dice di essere allarmato. Ma cosa teme veramente? ‘Mi aspetto che adesso si usino le bombe, i proiettili per togliere di mezzo i politici che non ci piacciono più. Oggi hanno aggredito Berlusconi. Domani può accadere a Fini, Bersani, allo stesso Di Pietro. Speriamo di no, ovviamente...’. Quali sono le analogie che lei vede tra il nostro 2009 e gli Anni 70? ‘Io sono stato testimone diretto, da cronista, di quegli anni.
C’è, di simile, un muro di odio politico che divide l’Italia. Perciò ripeto un concetto che ho già espresso. È tempo di abbassare i toni.
E se ripensa agli Anni 70 cosa ancora le viene in mente? ‘Un parallelo con il commissario Calabresi. Quell’uomo fu accusato di un delitto mai provato, di aver cioè prima torturato e infine lanciato dalla finestra l’anarchico Pinelli. Poi sappiamo come purtroppo finì. Oggi tutte le colpe ricadono su Berlusconi. Leggo per lavoro tredici quotidiani al giorno. E fa impressione la quantità di titoli dedicati a lui. È diventato l’uomo nero, o l’uomo rosa... dipende dai punti di vista, della politica italiana. Un’ossessione. (...) Bisogna impedire che diventi un mostro vero. Per questo urge un accordo tra magioranza e opposizione per disarmare chi vorrebbe veramente nutrire un mostro’”.