purtroppo prende in giro fin troppe persone.
e sai quale è la cosa peggiore che ho scoperto?
ho dei parenti che votano renzi!
perché? perché vuole togliere il senato.
mio dio la dèmenza e ignoranza...
due dei parenti mi sono pure parenti di sangue e non acquisiti. finché sono acquisiti vabbè, ma quanto sono di sangue...
il bello che il figlio di uno di loro è un bambino prodigio, mi ricorda me da piccolo (non lo dico per vanità, per carità, ho solo empatia per i bambini e ragazzini intelligenti).
che pecore nere questi qui. tutta la parentela mia vota m5s (familiari d origine, cugini, zii e perfino i miei nonni).
vabbe, ho pure uno zio che vota silvio se è per questo (ma detto onestamente questo è proprio cojone, ha un gran cuore ma è proprio cojone di nascita).
è stata una scoperta scioccante, devo confessarmi per trovare supporto morale.
ma poi... per il senato. madonna santa. l ignoranza e la dèmenza son brutte bestie.
comunque, il jobs act sta facendo sembrare la bonanima di biagi un vecchio comunista.
ha detto tutto in un paio di discorsi molto concisi e sintetici di maio: " Per capire se vi stiano fregando con il Jobs Act, basta che andiate in banca con uno di questi nuovi contratti a tutele crescenti, che Renzi chiama meschinamente "a tempo indeterminato". Chiedete se con quel contratto vi concederanno mai un mutuo per comprare una casa e mettere su famiglia...non ve lo faranno mai. "
e questo
https://www.youtube.com/watch?v=bCHtDk9_D04
il bello è che renzi tuona: "non ci sono più alibi, adesso assumere conviene" e secondo renzi da adesso verrà abbattuta la disoccupazione.
qualsiasi persona sana di mente sa che non si assume di certo per il lavoro non precario, ma per tasse, corruzione, lentezza della burocrazia, incertezza del giudizio, mancanza di infrastrutture, mancanza di rete di trasporti conveniente, costi dell energia e tutto il resto.
questi sono alcuni dei veri problemi italiani. non di certo i contratti di lavoro o gli stipendi (fra i più bassi dell ue, a parità di costi della vita i più bassi dell ue).
il problema vero è che precarizzando il lavoro e abbassando di continuo gli stipendi diventiamo un paese che punta sull export e rinuncia alla risorsa del mercato interno. export e di bassa qualità per giunta, con tutte le conseguenze del caso. basta consultarsi il bel libro di macro per vedere che un economia che punta sull export non fa di certo bene al potere d acquisto dei consumatori di quel paese. specie se punti alla produzione nei settori in cui non hai vantaggi comparati o in settori dove hai gli stessi vantaggi competitivi che ha una certa cina (manifattura).
ed infatti stiamo puntando a salari ed orari di lavoro alla cinese, contratti senza tutele, sindacati sempre più svuotati del loro ruolo, stipendi che nel sud italia sono più bassi di quelli rumeni, orari di lavoro alla taiwanese.
ecco la ricetta di renzi.
eppure c è gente che si sgola da decenni. vallo a dire a quel fesso di un premio nobel che non è altro di sen, o quell altro fessacchione di un premio nobel di stiglitz, che parlano di "economia del benessere", "quando i poveri stanno bene stiamo bene tutti" e cose di questo tipo. vallo a dire a quel fessone di keynes che sono le tutele lavorative e maggiori salari a far ripartire l economia, in fondo lui ha solo contribuito al new deal che ha fatto uscire gli usa dalla crisi. vuoi anche per il debito, ma quando l inflazione cresce insieme agli stipendi il debito lo consumi con la crescita, e di stagflazione non c è nemmeno la minima traccia quando si verificano queste condizioni (ed infatti siamo usciti che l elite di miliardari che aveva dominato la scena fino agli inizi del 900 si ritrovò ridotta a poche briciole alla fine della seconda guerra mondiale). ne ha parlato divinamente piketty nel capitale del xxi secolo.
puntare alla crescita cinese renziana è il peggior shock per l economia. la precarizzazione, lo diceva lo stesso keynes quasi un secolo fa, diminuisce la propensione al consumo anche di chi può consumare ed investire. ed infatti, tu, ci metteresti dei tuoi soldi nell aprire un azienda nonostante il jobs act?
io no, eppure mi è spesso passata l idea di aprire un azienda, tanto potrei farmi da contabile e da marketer da solo visto che è il mio ramo di studi. il grosso per partire lo ho già, posso fare tanto lavoro da me. però non riesco a pensare concretamente di aprire un business in italia. perché?
perché potrei puntare solo sul turismo, ovvero sui redditi stranieri, e non i redditi del mercato interno. a giudicare da quanti giovani sono disoccupati, dai loro stipendi, dall età media della vita in italia e dalle pensioni che dovranno quindi pagare, non riesco a non pensare che sia un paese fallito e che a lungo termine dovrei come minimo spostare la sede legale e fiscale. già solo per questi motivi qui, trascendendo ciò che dicevo all inizio (mafie, corruzione, il cambiare delle leggi e dei regolamenti di anno in anno, ti posso dire che anche gli avvocati trovano difficoltà a dover star dietro fra i vari impegni anche a tutte le nuove normative uscite sulla gazzetta ufficiale o ai nuovi orientamenti della giurisprudenza, e, fra l altro le sentenze della cassazione sono consultabili a pagamento).
io non investirei mai in un paese il cui mercato interno sta implodendo e che se non fosse per le case di proprietà delle generazioni passate, che ospitano a vita i più giovani, se non fosse per i risparmi (che stanno erodendo sempre più velocemente) e per gli aiuti economici delle vecchie generazioni alle nuove (quelle a posto fisso e pensioni decenti) oggi l italia sarebbe già al livello del portogallo.
lo dico senza dubbio guarda. tempo fa aprii una discussione su un gruppo di residenti e viaggiatori in thai, non puoi immaginare quante persone mi dicono che condividono la mia idea, cioè che se non fosse per la ricchezza accumulata nel passato e le infrastrutture costruite negli anni 70 e 80 il paese sarebbe già al livello dei thai in rapporto al potere d acquisto, che al contempo hanno una generazione di giovani sempre più abbienti (seppur in alcune province c è ancora grande difficoltà). la vera differenza, fino a qualche anno fa, era nelle tutele lavorative e nel welfare.
ma ormai in italia stanno per finire anche queste ultime due cose, e dal 2017 c è pure il fiscal compact.
devo essere onesto, tanto qui sono anonimo.
mi sa tanto che con la mia compagna faccio un matrimonio di convenienza. sai cosa significa avere un passaporto thai e poter investire li? e lavorare li, che con 1000 euro al mese (stipendio minimo per gli stranieri, li prendono solo gli stranieri qualificati che non competano con gli autoctoni) si vive più che bene? e considera che lei sta pure finendo gli studi, l anno prossimo si laurea, con due stipendi si vive molto più che bene.
per ora son troppo giovane e devo finire gli studi, ma nei prossimi 5 anni potrebbe veramente accadere di tutto guarda.
il bello di fare business in quei paesi è che speculi anche meglio sulle valute. la valuta locale, il baht, te la danno quasi gratis (qui rispetto al cambio ufficiale per ottenerli ti spellano almeno un paio di baht). e tutti gli immobili che acquisti si rivalutano di anno in anno. fare un prestito stra-conviene, perché l inflazione si mangia i prestiti, al contempo ti ritrovi con una situazione patrimoniale che, di soli immobili, si ingrossa di anno in anno per il solo fatto che la loro economia cresce.
mah, io più di una mezza idea ce l ho, solo che devo trovare la scappatoia legale per non dividere un càzzo in caso di divorzio. eheh :)
io poi vengo dal sud, vengo dalla puglia. il pugliese medio becca sulle 600 euro mensili, in nero (senza un contributo versato) lavorando solo dio sa quante ore settimanali. la maggior parte vive nei paesini (anche perché in città costa troppo rispetto agli stipendi) e spende già 200-300 euro di benzina solo per andare a lavorare se non lavora in paese. chi va a taranto se non divide le spese della benzina con i colleghi finisce in profondo rosso. tanto chi lavora li va quasi sicuramente in un call center o all ilva, a morire di cancro e leucemia. semmai in campagna a metaponto, non prendono manco gli albanesi più ormai, gli italiani fanno di più e meglio per di meno. i più spregiudicati schiavizzano qualche nero che puntualmente se ne ritorna in patria dopo qualche mese, dicendo "si vive meglio a casa mia".
con un paese di mèrda del genere non ci voglio avere niente a che fare. è un paese fallito sin dalle fondamenta.
e culturalmente è anche peggio, una massa di zotici stupidi e ignoranti. non c è visione futura, non c è prospettiva, è un paese finito. quando vado in asia vedo nei ragazzi della mia età un espressione molto più ottimista e serena. beh, io ho dovuto anche emigrare per lavorare e potermi sistemare. la loro generazione non deve emigrare in korea, hong kong o giappone per vivere, appena laureati troveranno un lavoro con gran facilità. in più i loro paesi stanno iniziando a metter su dei welfare non male. il taiwan ad esempio ha un welfare da far paura, è fra i primi al mondo (fino a qualche anno fa, prima della riforma delle assicurazioni, era fra i primi 3 secondo le statistiche di alcuni enti americani). sulla scuola investono cifre spaventose. la cina poi sta facendo la cina, sta spendendo valanghe di miliardi nella ricerca. io mi sento di voler passare nel blocco giusto, il blocco che cresce, dove si vive bene e con poco, dove c è sole tutto l anno e spiagge come quelle delle maldive per 75 centesimi ad ombrellone, sorseggiando latte di cocco per altrettanto. tanto, male che vada, la cittadinanza italiana la ho.