Politica estera? Dove? Che cos'è? (queste sono le domande che si pone ogni mattina Frattini, davanti allo specchio che riflette un mucchio di atomi mal assemblati che trasudano servilismo e ipocrisia).
Non abbiamo una politica estera che si possa chiamar tale (cioè che faccia gli interessi geopolitici italiani in maniera risoluta e coraggiosa) da anni e anni. Ci sono stati timidi e credo anche inevitabili eccezioni come i contatti con Libia e Russia (e gli americani non lo hanno mai mandato giù), ma si è visto come abbiamo tradito Gheddafi e come ci dimostriamo servi dell'Asse del Male (quello vero), formato da Usa-Gran Bretagna-Francia-Israele. È un servilismo bi-partisan. Anzi, multiplo.
Da D'Alema a Prodi, da Berlusconi a,,, (chi altro abbiamo?) Bersani, sono tutti filo-americani. Yugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia,,, abbiamo in questi anni dimostrato di essere servi dell'Impero, mercenari di cause tutt'altro che nobili, collaboratori di terroristi istituzionali. Una politica estera per chiamarsi tale dovrebbe seguire un programma ben preciso, ed essere coerente. Poi potrebbe anche perseguire obiettivi sbagliati, ma dovrebbe essere seria e coerente, come invece non è. Le aperture alla Libia facevano ben sperare, ma il ruolo di prostituta/porta aerei degli assassini Nato in questi ultimi mesi ci ha ricordato a che livelli siamo: pùttane dell'impero. Ed è bene ri-dirlo: è una colpa multi-partisan.
@ Turbolento: l'ideologia più razzista che esista è il Sionismo. Lo stesso Hamas dice chiaramente di non disprezzare quella giudaica come religione e quella ebraica come etnia, ma il sionismo come ideologia e come regime. Non condivido il tentativo di voler eliminare Israele come stato (e attenzione a non confondere la distruzione di uno stato in senso istituzionale con quella di uccidere la gente che ci vive, perché questo nessuno lo dice e lo persegue) perché ormai esiste, è impossibile tornare indietro in questo senso. Tuttavia Hamas ha dimostrato di lottare e resistere più che altro contro il trattamento riservato a Gaza, contro l'embargo, contro gli omicidi, i raid, gli arresti. In tv senti di qualche missile Qassam che terrorizza le città israeliane vicine alla Striscia, mentre non ho mai sentito dai media main-stream dei morti palestinesi causati dall'esercito sionista, morti ormai inflazionati e ben più numerosi, bada bene, molto più numerosi di quelli israeliani. Prima di Piombo fuso i missili Qassam avevano ucciso circa 10 israeliani, in 8 anni. In 8 anni i palestinesi morti sono stati dell'ordine di centinaia. Altro che 10. Ma questo i mass media non lo dicono, non hanne le palle o l'etica per farlo.
Reputo Hamas un movimento politico con un braccio violento (sì perché è un partito che amministra la Striscia in senso civile, non è un gruppo di fondamentalisti islamici razzisti come viene detto bugiardamente) ma di RESISTENZA e che, come riconosciuto dai suoi stessi leader, si trova in una situazione di enorme deficit bellico, cioè non si sognano nemmeno di poter distruggere Israele, sanno di non poterlo fare perché il regime sionista è troppo forte militarmente, è una delle potenze meglio armate al mondo e con i servizi segreti più cinici e violatori delle leggi estere e internazionali (il Mossad). Inoltre l'Anp (perché all'Unesco esponenti di Hamas non ce li fanno entrare) non mi pare persegua o propagandi la distruzione d'Israele. Se è così dimmelo,,,
E voglio ribadire il razzismo di fondo del sionismo. Theodore Hertzl già alla fine dell'800 blaterava che gli arabi andavano sgomberati per una palestina pienamente ebraica. Hertzl è il fondatore del Sionismo. Ben Gurion ha messo in pratica l'ideologia, mettendo in scena il Piano Dalet, ossia la pulizia etnica della Palestina. Golda Meier diceva che i palestinesi non esistevano in senso sociologico. Li considerava al pari dell'organizzazione sociale delle anatre o delle cavallette.