Più o meno, da quel che ho letto, quello che non convince molti altri; però, per maggior chiarezza, dividerei la questione in due punti, diversi e separati: Grillo e il Movimento in sè.
Grillo non mi piace.
Non mi piace perchè non riesco a dimenticare lo stridente contrasto tra il Grillo "verde" che avevo pagato ed applaudito mentre "respirava" direttamente dal tubo di scarico di una vetturetta sul palco, inveendo contro le multinazionali del petrolio, e il Grillo che ho visto poche settimane dopo con questi occhi riempire di centinaia di litri di gasolio un mega-motoscafo per poi partire a palla lasciando una nuvola nera irrespirabile e persistente in un piccolo porto dell'arcipelago toscano ammorbandone l'incanto.
Non mi piace perchè non è difficile, togliendoli quella patina di "incazzàto per scherzo" che ne ha fatto la fortuna e che si porta dietro dai tempi dei vari "Te lo do io....", vederci l'ennesimo ducetto populista.
Non mi piace l'eccessiva, e studiata, veemenza.
Non mi piace l'offesa facile, e pesante.
Non mi piace lo sdegnato rifiuto di qualsiasi contraddittorio, strategia già berlusconiana doc, di cui anche le grida sguaiate e il turpiloquio sono parte.
Non mi piace il porsi come l'unico depositario dell'unica verità.
Non mi piace, anche se dice cose che posso condividere, e mi sta pure nonostante tutto simpatico, ma non mi piace, perchè conta sì cosa si dice, ma, almeno per me, conta anche come si dice e la credibilità di chi la dice.
Il Movimento invece mi piace.
Mi piace il coraggio di provarci e di mettersi in gioco.
Mi piace lo slancio un pò visionario.
E mi piace l'abissale e lampante differenza tra l'energumeno scatenato che ne è testimonial e la riflessiva pacatezza dei candidati.
Mi piace un pò meno la faciloneria con cui glissano abilmente su tutti i pericoli insiti in molte proposte anche interessanti e non mi piace per niente invece, ma proprio per niente, l'idea che una nuova ed inedita forma di democrazia diretta attraverso la rete possa sostituire, invece che rendere più trasparente, responsabile e realmente partecipata, cosa invece auspicabile, utile e giusta, la democrazia rappresentativa.
Un'idea folle questa, e molto molto pericolosa.
Che riduce il governo di un paese ad un pugno di meri esecutori di decisioni pseudocollettive di volta in volta prese a maggioranza su internet; sistema forse valido per realtà locali, ma che adottato per governare una nazione moderna si trasformerebbe in una sorta di tecnopopulismo da incubo, che pure all'apparenza ha un certo fascino visionario ma che alla prova dei fatti si tradurrebbe in vero e proprio suicidio di massa, non contemplando alcuna rappresentanza al dissenso, nessuna minoranza, nessuna opposizione, nessuna alternanza, riducendo in sostanza la democrazia ad una specie di "dittatura del buonsenso comune", dando per scontato che il giusto stia sempre e solo nel numero quando invece la storia ci insegna che non è mai stato così...
Insomma, il discorso è molto lungo e complesso, e il M5S appena all'inizio di un'avventura e, specie se saprà affrancarsi dal guru ululante che lo schiaccia, magari riuscirà a trovare una strada meno "grillesca" per rinnovare una politica in effettiva putrefazione.