è un fatto di cultura, qui si è abituati a sentire che l'inglese è facile (poca umiltà e poca cognizione di causa), che "lingue" è una facoltà facile, per chi non sa fare altro, che per impararlo basta andare all'estero anche senza basi accettabili. si sottovaluta la difficoltà, gli insegnanti non lo conoscono bene o devono attenersi a programmi che comprendono molta letteratura e meno lingua.
io che ho poco più di 30 anni posso dire che non pochi miei coetanei non l'hanno mai fatto a scuola poiché c'erano le sezioni di solo francese, forse oggi è un po' diverso.
c'è chi ha fatto il classico, ha studiato per due anni francese al ginnasio oltre a quello delle medie e poi non ha più studiato lingue a scuola eppure un inglese di base dovrebbe essere fatto un po' ovunque. discorso simile per altri indirizzi scolastici di cui alcuni non prevedevano per niente una lingua.
qui è molto diffuso appunto il culto del classico, le lingue sono snobbate. nulla in contrario con gli studi classici ma sarebbe opportuno un equilibrio per non creare poi problemi a parecchie persone.
non so se ciò possa dipendere anche dalla mentalità trasmessa dal fascismo, di poca apertura verso l'estero e di risalto alle proprie "origini", in ogni caso è un modo di pensare diffuso.
In Italia inoltre non c'è in generale la mentalità dell'efficienza né dello stare al passo con i tempi.
nei Paesi Bassi, nei paesi scandinavi, in Germania, mi sembra in parte in Polonia e non solo, l'inglese è conosciuto di più.
è vero che in Francia e Spagna meno però le lingue relative a questi paesi sono un po' più importanti e studiate dell'italiano. è vero anche che in Inghilterra non è diffusissimo parlare un'altra lingua però purtroppo la verità fastidiosa è che possono permetterselo di più.