Guarda, ti dico la mia idea anche se non sono né un giurista né un tecnico.
Dal punto di vista giuridico un giudice non ha possibilità di scegliere precisamente cosa fare (almeno nei nostri sistemi), normalmente deve districarsi tra varie norme e decidere in base alla legge; se le leggi non sono precise si formano buchi abbastanza devastanti, se sono troppo precise si forma un marasma di sovrapposizioni e tutto va a pùttànè comunque.
Dal punto di vista tecnico quello è uno stabilimento che inquina e lì non ci piove, quindi bisognerebbe cercare il modo di farlo inquinare meno; in certe condizioni [praticamente tutte, moglie compresa] non si può sempre ricercare l'ottimo ma bisognerebbe trovare la soluzione migliore.
Purtroppo in Italia esiste una certa posizione ambientalista (e non solo quella) estremamente oltranzista basata su "tutto o niente"...è chiaro che se diventa determinante l'impatto zero per un bestione come l'ILVA allora l'unica soluzione è la sua chiusura.
Facciamo l'esempio di una casa che costa molto di riscaldamento: posso iniziare a coibentare il tetto e risparmiare una bella quota, al limite posso in seguito fare una coibentazione dei muri per migliorare ulteriormente il rendimento e via dicendo; se l'unica soluzione accettabile fosse consumare zero gas nel giro di una settimana l'unica cosa da fare è spegnere il riscaldamento.
Tieni anche conto che il caso ILVA è visibile perché ci sono dei poveracci che restano senza stipendio dall'oggi al domani, però non fa vedere il vero problema ancora più grande che è tutto l'insieme di investimenti produttivi che in Italia non parte perché si decide che l'opera tale è inquinante a prescindere da tutto (rigassificatori, trattamento rifiuti, impianti meccanici, infrastrutture ecc.).
Questa cosa è molto pericolosa perché porta la desertificazione industriale; poi si può dire quanto si vuole che è importante il territorio, il turismo e le bellezze naturali...sta di fatto che se ti basi su quello entri in un sistema dove vivi di baracchini che vendono cocktail e ristorantini di pesce, cioè un paese del terzo mondo (e chi non fa la cameriera può sempre andare a battere).
Ci vuole misura e compromesso per le cose, non vantarsi perché si è "vinto" mentre altri hanno "perso".